CRISTINA: “Che
brave le nostre bambine… E che belle… Venite, venite più vicino. Voglio
carezzarvi”
Francesco si
prodiga per assecondare la moglie e, mentre induce le ragazze titubanti ad
avvicinarsi, palpa il culetto e le tettine a mia figlia. Dapprima come se la
cosa fosse casuale, poi perde ogni indugio e con una mano le afferra con
decisione una chiappetta e la tira a se, con l’altra mano la prende per le
guance ed insinua la lingua nella fresca bocca di mia figlia. Anche Cristina,
che si è sfilata da sotto di me, si avvicina a Claudia e la carezza; insinua la
sua lingua tra quella del marito e quella di mia figlia.
Tutti e tre
si scambiano la saliva. E la mia bambina, anche se impacciata e inesperta, non
si perde d’animo e con gusto carezza con la lingua, le mucose prima dell’uno
poi dell’altra.
Guardo Alba;
anche lei è estasiata da quello spettacolo.
Mi porto
dietro di lei e faccio aderire il mio petto e il pube al suo corpicino.
È più
piccola di me di statura e il mio cazzo, ancora umido degli umori della mamma,
le si poggia appena sopra l’osso sacro. Con le mani mi impossesso del suo piccolo
e meraviglioso seno. I suoi capezzoli sono turgidi.
È eccitata,
la troietta.
Raggiungo
con una mano la sua passerina e la trovo già grondante.
Senza
perdere di vista i suoi genitori - che si contendono ogni parte del corpo di
mia figlia – Alba reclina il capo da un lato, offrendomi il collo. Offerta che
mi rende felice e mi fa intostare ancora di più il cazzo.
Senza
perdere la visuale di quello spettacolo, poggio le labbra sul suo collo, apro
la bocca e le sfioro con la lingua ogni centimetro di pelle che posso
raggiungere in quella posizione, indugiando in quei punti dove avverto che la
pelle è più delicata, sensibile e maggiormente reattiva a quella carezza.
Il mio cazzo
pulsa, compresso tra i nostri corpi. La bimba porta una mano dietro di se e lo
fa suo.
Estasi…
Ecco la
parola che raccoglie la sensazione che sto provando: estasi!
Voglio
nutrirmi col profumo di questa ragazzina; la faccio stendere sul divano.
Lei non
esita neppure un istante.
Apre le
gambe e solleva le ginocchia, come se sapesse cosa intendo fare.
Mi soffermo
alcuni secondi ad osservare quello spettacolo.
La
prospettiva che ho di fronte è come un miraggio: il monte di Venere in
primissimo piano e dietro il piccolo seno e ancora più dietro l’immagine di lei
che alza la testa, mi guarda e mi sorride.
Avvicino il
viso a quel tesoro di carne candida. Il profumo della sua pelle, quello dei
suoi umori mi stordiscono.
Prima di
gustarmela con la bocca, voglio osservarla attentamente questa adolescente e
imprimere nella memoria lo stupore che mi suscitano le sue grandi labbra, così
fresche e chiare, la vulva sormontata dai peli radi e morbidi. Avvicino le mani
alla parte interna della coscia, quella più vicina a quella preziosa orchidea.
Facendo pressione con gli indici, le allargo le grandi labbra, avvicino ancora
di più il viso e inspiro profondamente, più volte. Geme.
Con le mani,
mi spinge verso di lei, afferrandomi per la nuca.
Al lieve
contatto delle mie labbra percepisco provenire un forte calore dal suo sesso.
Socchiudo la
bocca mentre la pressione sulla nuca si fa più decisa.
Ma non mi
lascio vincere subito dalla sua smania e indugio ancora un po’; le alito sul
clitoride, glielo strizzo con la punta delle dita.
Voglio che
desideri ancor di più la mia bocca su quella parte del corpo.
Ritardo un
altro minuto prima di cedere e di stamparci sopra un delicato bacio.
ALBA: “Ti
prego…”
Smetto di
oppormi alla pressione delle sue mani e finalmente, inumidite le labbra, prendo
a suggere il piccolo clitoride. Il suo respiro si fa corto e profondo…
Mi volto
quanto basta per vedere che mia figlia e Cristina sono in ginocchio davanti al
mio amico e si stanno passando il cazzo di bocca in bocca. Ogni tanto, le due
si baciano e le loro lingue si carezzano reciprocamente per poi tornare a
deliziare, insieme, la verga di Francesco.
La mia di
lingua intanto sta esplorando ogni angolo di questo fiore succoso.
Alterno
movimenti decisi e ampi a momenti di stasi e di leggera pressione sul
clitoride.
Cristina si
avvicina a noi.
Percorro con
il mio organo del gusto, un tragitto sinuoso che spazia dall’incavo delle cosce
alla rosellina del culetto, dalle grandi labbra all’interno della vagina. Le
mordicchio il clitoride mentre poso una mano sul monte di Venere.
Francesco,
rimasto solo con Claudia, si dedica anche lui ad un cunnilinguo che, a
giudicare dai gemiti che sento, deve piacere parecchio a mia figlia!
Torno a
leccare il sesso di Alba mentre sento Cristina prendermi il membro in mano e
metterselo in bocca e carezzarmi la cappella con la lingua.
Organo del
gusto… Mi passa per la mente quella definizione azzeccatissima che avevo
imparato a scuola, a proposito della lingua.
E di gusto
ne sto sperimentando parecchio!
Sia per il
bocchino che sto ricevendo, che per il cesello che sto operando su questa
passerina acerba. Si! Il gusto provocato dalla lingua esperta della moglie del
mio amico e il gusto nell’assaporare gli umori di una fichetta così giovane,
sono la realizzazione di una chimera.
Cristina non
si contenta di prenderlo solo in bocca e costringe me e la piccola ad una
manovra difficoltosa per mettersi sopra di me ed affondarsi in un colpo tutto
il cazzo nella vagina, in quella che, ormai ne sono certo, è la sua posizione
preferita: a ‘smorza candela’.
Cristina
alla figlia: “Tesoro, poi mi racconterai cosa hai fatto con questi due, vero?”
Alba si alza
in piedi, non capendo cosa stia accadendo.
Francesco,
che ha notato il disorientamento della figlia la raggiunge e la invita ad
avvicinarsi a Claudia.
Per una
qualche meccanismo, evidentemente rodato e collaudato, le due adolescenti, come
se fosse un automatismo, si raccolgono in un sessantanove con una naturalezza,
per me inaspettata.
Eh, sì. A
giudicare dal modo disinvolto e agile in cui lo fanno, credo che non siano
nuove a quel gioco.
Dovrei
esserne stupito ma poi considerato che sono le nostre figlie mi rendo conto che
lo stupore è ingiustificato. E mentre mi sto ancora chiedendo se lo abbiano
fatto già altre volte, Francesco con determinazione mi fa unire le gambe e
ponendosi dietro sua moglie inizia una manovra inequivocabile.
CRISTINA:
“Piano, ti prego. Fà piano… Sono già piena…”
Le due
ragazze interrompono il loro gioco, incuriosite da quel che sta accadendo.
FRANCESCO:
“Non temere. Lo abbiamo fatto anche con le bambine e non hanno sofferto
particolarmente.”
Cristina,
sempre pensando che suo marito si riferisca a un cazzo in fica e uno in culo:
“Lo avete fatto anche con loro?! Oh mio Dio! Le avrete sfondate”
Francesco,
che la vuole lasciare nell’equivoco per non rovinarle la sorpresa, invece, si
appresta ad entrare là dove c’è già il mio cazzo e con qualche forzatura
comincia a farsi spazio in quella fregna già colma.
CRISTINA:
“Oh, cazzo! Che male! È bello ma… Oddiodiodio, che male!”
Francesco,
intuendo quale sarà la risposta, le chiede con un po’ di ironia: “Vuoi che
esca?”
CRISTINA:
“No, no, no… ma che ‘uscire’? No, no… non t'azzardare!”
Le nostre
figlie si sono avvicinate per godersi in prima fila lo spettacolo di quella
mamma in calore.
Il contrasto
tra le fattezze, la voce e le movenze da femmina matura e l’atteggiamento
lievemente malizioso e sorpreso delle due adolescenti è qualcosa di
inenarrabile.
La loro
espressione, là davanti a noi, in piedi, che si tengono per mano, nude esili,
bellissime… è una cosa che non dimenticherò facilmente…
CRISTINA:
“Con loro… anche con loro lo avete fatto? Porci maledetti!”. Poi, rivolgendosi
alle ragazze: “Anche con voi?” Le ragazzine annuiscono. “Ora capisco! Non vi
fermate! Non vi fermate, vi scongiuro! Voglio sentirvi schizzare dentro, tutti
e due. Vorrei che immaginaste com’ero io quando avevo la loro età… vorrei
averlo fatto anch’io alla loro età… fatemelo sentire, il vostro seme bollente.
Insieme, vi scongiuro!”
Perdo il
controllo.
Vedo Alba e
Claudia, sempre in piedi, che hanno principiato a limonare e stavolta non resisto.
Comincio ad affondare con più vigore. Con lei non impiego la stessa delicatezza
con la quale abbiamo fatto quel servizio alle ragazze, e la penetro a fondo,
senza freni.
Francesco
capisce che sto per arrivare e si coordina coi miei movimenti.
Pochi colpi
e grido che sto per venire.
Dopo di me
anche Cristina annuncia il suo orgasmo con dei suoni gutturali.
Le nostre
cappelle si incrociano e i nostri cazzi si muovono come fosse un solo cazzo.
Comincio a schizzare potenti fiotti di sperma dentro la moglie del mio amico,
il quale non si risparmia e sborra anche lui subito dopo.
Mi sento
sfinito, svuotato …
Francesco,
che è uscito dalla fica slabbrata e grondante, offre il suo cazzo
impiastricciato alla moglie che non si fa pregare e prende a leccarlo aiutato
dalle due ragazzine che l’hanno subito raggiunta per condividere quel misto di
umori e sperma genitoriale.
Il senso di
sfinimento dura solo pochi secondi, perché la vista di quello spettacolo fa sì
che il mio membro sia nuovamente in erezione.
Cristina
smonta da quella posizione e si stende a terra a gambe larghe. L’invito viene
colto dalle nostre bambine che vanno a contendersi quel che cola dalla vagina
della donna.
Le due
troiette sono a pancia in sotto, con la testa tra le gambe della moglie di
Francesco mentre si stanno dedicando a leccarle gli umori per poi scambiarseli,
bocca a bocca.
Francesco si
avvicina a Claudia, le unisce le gambe, si porta sopra di lei all’altezza delle
cosce, come a volerla cavalcare.
Stringe
cosce e glutei della mia piccola.
Si tiene in
mano il cazzo ancora dritto. Immagino cosa ha intenzione di fare.
È una delle
cose che preferiamo: possedere una femmina, impalandola mentre non può aprire
le gambe.
Ed infatti
inizia la sua manovra; mentre con le proprie gambe le tiene le cosce serrate,
con le mani le allarga le chiappette. Vuole così aprire la piccola vagina quel
tanto che basta per farsi strada dentro di lei.
Alba e la
mamma, si sono scostate per facilitare il gioco e beneficiare di una migliore
visuale.
Io mi inginocchio
di fronte a mia figlia; i lunghi capelli, ora le coprono il viso.
Passo le
mani sulle sue braccia distese.
Quella
carezza la scuote; alza la testa ed io le scosto i capelli dal viso, mi
ringrazia con un sorriso.
Cuckold di
mia figlia.
Non lo avrei
mai pensato…
Avvicino
ulteriormente il mio viso al suo, per poterla meglio osservare nel momento in
cui quel lungo cazzo la profanerà ancora una volta.
Non voglio
perdermi nulla di questo sacro rito e non devo attendere molto. Perché vedo
Francesco abbassare la testa, prendersi di nuovo il cazzo in mano e avvicinare
la cappella al culetto di Claudia.
Poi
indirizza la verga verso la vulva e inizia a spingere.
Spinge.
Spinge ed
entra…
entra…
entra…
lento,
inesorabile…
Dal sorriso
iniziale, mia figlia passa lentamente ad una inedita espressione di
incredulità: solleva un po’ le sopracciglia, sgrana gli occhi, apre la bocca,
come se le mancasse il respiro e mentre le prendo il viso tra le mani mi
sussurra: “Papà… è lunghissimo. Mi sfonderà, così”. Le sfioro le labbra con un
bacio: “Non temere cucciola. Sa fin dove può spingersi. Rilassati. Vedrai che
ti sentirai piena, come mai.”
Francesco
poggia entrambe i palmi delle mani, sulla parte lombare di mia figlia. È come
se volesse sincerarsi che lei non si tiri indietro o come se volesse sentire il
rilievo del suo cazzo, mentre si fa strada dentro quel corpicino da
adolescente.
Alba
osserva. È totalmente rapita da quella scena. Non sa se la sua amica stia
soffrendo o godendo per quella inedita penetrazione.
CRISTINA: “Non
preoccuparti. Sembra che stia soffrendo ma, credimi, la tua amica sta godendo
una nuova emozione, una bellissima emozione. Tuo papà lo fa spesso anche con me
ed è bellissimo credimi. E se vuoi lo farà anche con te un giorno…”
Il viso
splendido di sua figlia si illumina di un sorriso da ragazzina felice.
Mia figlia
si sta mordendo il labbro inferiore quando Alba comincia a leccarle il viso.
Dapprima con misurata lentezza, poi con crescente voluttà, fino a dichiararle:
“Sei bellissima Claudia. Vorrei scoparti anch’io”. E mentre i colpi di
Francesco si fanno sempre più profondi e decisi Alba poggia il viso sul culetto
di mia figlia, allunga la lingua fino a raggiungere il confine dove la carne di
suo padre affonda nella carne della sua amica; le lecca i glutei, insinua un
dito nel forellino, poi fa allontanare il padre e gli afferra il cazzo e se lo
infila in bocca. Poi lo riavvicina alla fregna di Claudia e ripete questo gioco
ancora e ancora. Il mio pisello è ancora in tiro e non mi ero accorto, preso da
quella visione, che Cristina me lo ha afferrato delicatamente e dopo averlo
scappellato, sta giocando con il polpastrello del suo pollice con la punta del
glande. Nel mentre, Alba tira fuori la lingua e Francesco, dopo pochi affondi
ancora, estrae il bastone di carne dal corpicino di Claudia e gode in bocca,
sulla lingua e sul viso sugli occhi, sui capelli di sua figlia.
È il
momento. La voglio, ora. Voglio Alba!
La cappella
lucida del padre, poggiata su quel visetto imbrattato di sperma mi dà una
scossa che Cristina ha recepito. Si avvicina alla figlia, la bacia sul viso e
raccoglie con la lingua tutto il seme del marito.
Francesco
nonostante sia sfinito si dedica alla passerina ancora slargata di mia figlia,
dedicandole carezze e baci: “Hai un profumo meraviglioso. Sei una creatura
stupenda."
Cristina
alla figlia: “Anche tu, mio tesoro, sei splendida. Non sprecarti mai, non
svenderti… ed anche tu, Claudia, non sprecatevi nella vita. Non concedetevi al
primo ragazzino che vi si vuole fare. Cercate quello, magari anche meno bello,
ma che vi rispetti, che vi adori che vi faccia sorridere e che comprenda quale
siano i vostri desideri di donna.”
Cristina
aveva saputo cogliere tutta l’essenza di quel gioco che stavamo consumando.
Ma io ero
così intensamente preso dalla voglia di possedere Alba che quelle parole tanto
sagge, in quel momento mi suonavano stonate.
La mamma,
chiusa la parentesi materna, riprende a leccare il viso della figlia; vuole
raccogliere fino all’ultima goccia di quello stesso seme che aveva contribuito
a mettere al mondo la sua bimba. Mi avvicino anch’io alla piccola fragile
creatura e la faccio adagiare supina, prendo il mio cazzo con una mano e mi
abbasso verso di lei mentre le allargo le gambe.
Cristina le
tiene la mano. Lei la guarda, come per cercare un consenso di cui non ha
bisogno.
Faccio
fatica, stavolta, a metterglielo dentro. Alba sgrana gli occhi. Cristina se ne
accorge: “Non preoccuparti, tesoro. È grosso… molto grosso ma la tua fichetta è
elastica e lo accoglierà tutto, vedrai. E poi, questo bel cazzo, non lo hai già
preso? Guarda Claudia. Fa come lei, rilassati; tuo padre le sta riempiendo di
nuovo il pancino. E voi, venite qui a farle coraggio”
Francesco e
mia figlia si avvicinano a noi.
La mia
cappella ha fatto breccia nella fichetta di Alba e spingo gradualmente per non
lacerarla.
Quando sono
arrivato in fondo, ne estraggo lentamente la metà e poi lo rinfilo di nuovo.
Così più e
più volte, fino a quando la fregna giovane è abbastanza aperta da accogliermi
senza troppa fatica.
Quell'erotomane
del padre, si masturba osservando come sto montando sua figlia.
Poi fa
mettere in ginocchio Claudia, le tiene la testa ferma e comincia a scoparle la
bocca senza mai mollare lo sguardo dal mio sesso che affonda dentro la sua
piccola Alba.
I miei
movimenti sono lenti. Entro ed esco da quella creatura e ad ogni movimento
tocco il paradiso. Osservo Cristina che sta leccando il culo di suo marito
mentre mia figlia emette suoni gutturali ad ogni colpo inferto in gola dal
cazzo del mio amico.
La perizia
di Cristina non si limita a leccare con maestria il buco del culo di Francesco.
Ora si pone supina, con la testa sotto il pube di mia figlia, alla quale
riserva un trattamento analogo.
Francesco
apprezza questa novità e per premiare la moglie, passa a farselo inumidire per
bene dalla bocca della figlia.
Di nuovo,
come sul traghetto, ho in primo piano il lungo cazzo del mio amico che vedo
deliziato dalle labbra uniche e meravigliose di sua figlia.
Le labbra di
questa adolescente sono la mia vera ossessione.
Uno
spettacolo della natura!
FRANCESCO:
“Così, brava bambina. Mettici un bel po’ si saliva, che ora facciamo una
sorpresa alla mamma”
Cristina,
intanto, approfittando del momentaneo allontanamento di suo marito, ha fatto
mettere supina mia figlia per poter esercitare più comodamente il cunnilinguo.
Si trova così con la testa tra le gambe di Claudia e il culo all’aria.
Vedo il
sorriso soddisfatto di Francesco quando torna verso la moglie per farle il
culo. E non aspetta molto per piazzarsi dietro di lei e spingerglielo nel
forellino tra le chiappe.
Lei
interrompe per un attimo di baciare mia figlia, il tempo di sentirselo dentro
in tutta la sua lunghezza e si ributta instancabile nella sua azione.
La bimba che
sto possedendo è al suo momento culminante. Sta per godere; rotea gli occhi,
gira la testa da un lato e poi dall’altro in continuazione: “Non ti fermare,
non ti fermare… non… ti… fermare… mhhh… a-rri-vo-oooo”
La sento
fremere sotto di me.
Le afferro
le tettine, per tenerla ferma.
Non resisto
più.
Affondo con
forza... tre, quattro, sei volte e alla fine le scarico dentro un fiume di
sborra bollente.
Sento che
anche mia figlia gode, sollecitata dalle carezze saffiche.
Pochi
istanti e anche Cristina dichiara il suo orgasmo, gemendo a bocca chiusa tutto
il piacere che prova nel sentirsi stantuffata così, nel culo, dal marito.
Francesco,
subito dopo si sfila dall’intestino della moglie e si affretta ad andare a
sborrare nella bocca di mia figlia.
Potrei
morire, davvero, ora.
Per
l’appagamento che sto ricevendo penso che non proverò mai più nulla di così
completo e intenso.
Il piacere
sembra non cessare…
Ci
abbandoniamo tutti ad un minuto di straniamento.
Ed io in
quel minuto ripenso a quella sera in cui ho sorpreso Francesco a masturbarsi
sulle mutandine di mia figlia e al patto inconcepibile, perverso, immorale che
ne è seguito.
Così
scellerato, eppure così naturale e spontaneo…
Quella sera
stessa, prima di andar via, ci ripromettemmo che una volta l’anno (solo una
volta, si! almeno negli intenti…), ci saremmo ritrovati per ribadire quel
patto.
Un patto che
ormai, con Cristina inclusa era esteso a tutti e cinque. E proprio Cristina
volle far approvare una ulteriore variante: “Quando le nostre figlie saranno
diventate mamme - speriamo presto - dovranno consentire a noi tutti, cioè da
noi cinque… di poter ‘svezzare’ allo stesso modo i propri figli, quando questi,
maschi o femmine che siano, avranno compiuto quattordici anni”
E, non
vorrei esagerare, ma... questo patto, al confronto, fa sembrare quello
convenuto tra me e Francesco una cosa da educande!
c'è un seguito???
RispondiEliminanon c'è un seguito ma probabilmente inserirò un'appendice alla fine della quarta parte
EliminaEpilogo fantastico!!!
RispondiEliminache sublime follia!!! ho letto tutti i capitoli dal primo all'ultimo ma non sono mai riuscito a finirne uno senza venire almeno un paio di volte
RispondiEliminaBELLA SERIE!!!!! SEI STATO CORAGGIOSO A AFFRONTARE QUESTO ARGOMENTO..... CHE E' VERA O NO LA STORIA E' MOLTO ECCITANTE. BRAVO!!!!!!
RispondiEliminauno dei racconti più belli e eccitanti che ho letto in rete. continua!!!
RispondiEliminaMi piaccciono le aggiunte e le modifiche che hai fatto. grande storia, dall'inizio alla fine
RispondiEliminaHo aspettato di leggere l'ultimo episodio prima di complimentarmi per la scrittura. Mi sono sentito proprio rapito dalle situazioni, così chiare che mi sembrava di essere li presente. Una vera opera.
RispondiEliminaGrazie
Eliminami piacerebbe sapere se e cosa ti ha colpito maggiormente.
capisco che l'argomento è delicato ma se ti va di dirmelo, scrivimi pure in privato
poianahb@gmail.com
Mi spiace abbandonare questa lettura senza lasciare un commento almeno alla fine delle letture. Bravo, hai affrontato un tema molto spinoso con grande eleganza erotica.
RispondiEliminaGrazie Serena, per il tuo apprezzamento. Non è consueto ricevere commenti da lettrici. Tante, tantissime leggono ma poche, pochissime si espongono, nel commentare
EliminaMi chiedi cosa mi è piaciuto in particolare e non è semplice rispondere così su due piedi.
RispondiEliminaMi è piaciuto il crescendo suddiviso in episodi così da poter metabolizzare gli eventi mentre venivano descritti.
Le descrizioni accurare delle situazioni tanto da trovarmici calato proprio al momento in cui leggevo.
Anche l'accuratezza dei particolari la trovo fantastica.
L'argomento tabù forse dei più grandi da uno sfarzo all'eccitazione che si crea nell'insieme.
Poi non ultimo, l'aspetto prettamente sessuale che da una parte può essere veritiero per qualche ragazzina, ma di rarissima attuazione.
Ogni tanto si sente qualche notizia di cronaca al riguardo, ma solo dove c'è stata violenza, cosa che io non accetto.
Stupendo anche il corteggiamento, delicato ma serrato dove si evidenzia anche l'apertura mentale delle ragazzine. Questo sembra proprio reale.
Nelle varie descrizioni più pratiche mi ha attratto molto la doppia penetrazione vaginale, il bacio tra loro complici, il possibile turbamento del padre e la decisione dell'altro forse più porco del primo.
Senza contare la mamma dell'ultimo capitolo che col suo intervento, prima inquisitorio per poi lasciarsi andare al sesso più sfrenato con tutti.
Si evince anche una analisi del comportamento attuale causata da fatti avvenuti nel passato. Questo ci sta proprio bene. In qualche modo da una chance a chi vive sensi di colpa per fatti accaduti nell'infanzia quando si sente attratto in situazioni forti.
Una saga inconsueta e arrapante. Continuerà a raccontarne altri episodi?
RispondiEliminaleggo e rileggo tutta la storia e da tempo e sborro ogni racconto almeno un paio di volte
RispondiElimina