11: MI SCOPO TUA FIGLIA SE TU SCOPI LA MIA (4 parte)

Dopo che Claudia è uscita per raggiungere Alba in discoteca, Francesco ed io, siamo rimasti ancora un po’ distesi sul letto a guardare il soffitto.  

Ripercorrevo tutto quel che era accaduto, nel tentativo di fissare nella memoria anche il più piccolo dettaglio. E, a giudicare dai suoi sospiri, anche il mio amico stava elaborando lo stesso processo mentale.

Ero lì che cercavo di mettere ordine tra tutti gli elementi che mi frullavano per la testa - i sensi di colpa, la vergogna che avrei provato la mattina dopo ma anche il piacere inestimabile che avevo provato poco prima - quando Francesco, col suo solito pragmatismo, mi riporta alla realtà: “Bene. Direi che è andata bene, no? Nessun atto coercitivo, plagio, forzatura o altro che possa indurci a pensare di aver fatto qualcosa che non andasse a genio a tutti e tre, mi pare…”

IO: "Oh! Da come ti esprimi, pare che ti sei fatto una trombata come tante. Ti ricordo che era mia figlia quella che ti sei scopato poco fa"

FRANCESCO: "Io? Perché tu no?"

IO: "Ma io sono il padre!"

FRANCESCO: "Ahahah... non dire cazzate! E poi, se vuoi proprio saperlo: è stata la più bella, intrigante ed appagante scopata di tutta la mia vita!"

IO: “E io... io… io ancora non c'ho capito un cazzo! Mi sembra tutto così irreale"

FRANCESCO: "Irreale, dici... Mi è sembrato, però, scusa se te lo faccio notare, che mentre la inculavi mostravi di provare un piacere reale. O no?"

IO: "Che c'entra...?!"

FRANCESCO: "Ed anche la sapiente e misurata ingordigia di cazzo, dimostrata da tua figlia, mi è sembrata piuttosto 'reale'. Soprattutto quando ha preso il mio cazzo in mano la prima volta, se lo è infilato in bocca ed ha cominciato a roteare la linguetta attorno alla cappella"

Di nuovo, alle parole del mio amico, mi sentivo sopraffatto da quella strana sensazione di gelosia mista a piacere. 

IO: "Si. Infatti. Dici bene: misurata e ingorda... è proprio mia figlia.”

FRANCESCO: “È stata una vera delizia. Bellissima e desiderabile da ogni punto di vista. Sentire le sue mucose aderire al mio cazzo... che sogno… Le sue piccole tette tra le mani. Il profumo della sua pelle fresca... aprirle le cosce poco prima di impalarla... Mi è tornato duro solo a pensarci…”

Accidenti! Mi sono eccitato nuovamente alle parole di Francesco. Mi rivedo mentre li spio, col cuore in gola e senza fiato, paralizzato nel vedere mia figlia mentre approccia al cazzo del mio amico per sbocchinarlo.

Sono completamente inebetito. Mi afferro il cazzo e me lo strizzo. Sospiro a lungo, più volte, prima che Francesco riprenda il suo discorso: “Non crederai mica che io mi sia dimenticato, vero?”

IO: “Di che cosa?”

FRANCESCO: “Cosa ci siamo detti all’inizio di questa follia?"

IO: “Ah, sì… mi scopo tua figlia...”

FRANCESCO: “…se tu, eccetera eccetera. Esatto”

IO: "Si, però le emozioni di stasera…"

Mi interrompe Francesco scuotendo lentamente la testa: “Fantastico…”

IO: “Accidenti... Ho ancora il cuore che batte forte, il cazzo in tiro e il cervello in pappa. Vorrei che fosse più semplice. Ho rischiato un infarto."

FRANCESCO: "Forse lo sarà. Claudia si confiderà con mia figlia, vedrai. E questo ci semplificherà le cose. E poi, non dimenticarlo, tu le piaci..."

IO: "Come sempre, tu la fai più facile di quel che è"

FRANCESCO: "Ma ci azzecco sempre, però. Giusto? Ora, piuttosto, è da capire se sia da creare un’occasione con tutte e due insieme o solo con mia figlia."

IO: "I patti erano chiari: una volta l'una e una volta l’altra, quindi…"

FRANCESCO: "Quindi ora toccherebbe ad Alba, certo. È quello che sto dicendo"

IO: "Con noi due"

FRANCESCO: "In teoria, si. Ma intendevo: non possiamo sapere, ammesso che stia al gioco, se lei voglia farlo solo con te o che le piacerebbe che partecipassi anch’io."

IO: "La letteratura è piena… le cronache di ogni tempo sono piene di incesti tra padre e figlia, dove l'avvio al gioco erotico spesso lo dà la figlia"

FRANCESCO: "Mettiamola così: proviamo a verificare se è fattibile la prima ipotesi: ‘solo con te'. Poi, se intuiamo che si possa praticare un'altra strada, e cioè che sia presente anch'io, lo decideremo sul momento"

IO: "Quindi, anche tu ti scoperesti tua figlia..."

FRANCESCO: "Perché me lo chiedi? Non sono mica tanto diverso da te."

IO: "Non t’ho mai sentito pronunciarti esplicitamente su tua figlia."

FRANCESCO: "Lo sai che sono più o meno sulle tue stesse posizioni. A proposito di posizioni, spero tanto che anche il culetto di mia figlia sia vergine. Vorrei essere io ad iniziarla, almeno lì. Tu sei stato fortunato con Claudia."

IO: "Tua figlia mi fa impazzire. Glielo farei anch'io io il culo, più che alla la mia."

FRANCESCO: "Ti capisco. Anche a me piacerebbe metterglielo tutto in culo a tua figlia... più che alla mia"

IO: "Un incesto incrociato. Pronti a scoparsi la propria figlia e la figlia del migliore amico. Che porci! E sono ancora due adolescenti! Siamo proprio dei pervertiti"

FRANCESCO: "Come tutti i maschi, lo sai! Oh, allora? Non dirmi che vuoi tirarti indietro, ora…"

IO: "Ora non desidero altro che godermi le grazie di tua figlia. È più acerba di mia figlia: il seno appena accennato, le gambe lunghe e affusolate da ragazzina, il culetto piccino, sodo e tondo... Mi fa impazzire"

FRANCESCO: "E Claudia, allora? Ha una capacità di seduzione involontaria che non ho mai riscontrata in nessun'altra femmina. Non hai idea di quante volte l'ho sfiorata, palpata con ogni scusa in questi ultimi cinque o sei anni. E ogni volta dovevo andarmi a nascondere per farmi una sega.

IO: "A chi lo dici! Anch'io! Anche a me succedeva e succede ancora con Alba!"

FRANCESCO: "Un pomeriggio d'estate, tre o quattro anni fa, tu non eri a casa e le nostre figlie erano giù in giardino da te, a giocare a campana. Sono sceso in garage, da dove potevo spiarle non visto. Ricordo benissimo che mia figlia aveva un pantaloncino e tua figlia indossava un vestitino corto che, ogni volta che si inchinava a prendere il segnaposto, mi mostrava il suo culetto fasciato da un paio di mutandine candide. Ho ancora nella memoria ogni piccola piega di quel tessuto che aderiva alla sua fichetta fresca. Erano a meno di un metro di distanza da me. Mi sono masturbato due volte di seguito in quel garage quel pomeriggio, spiandole. E almeno una decina di volte nei giorni successivi"

IO: "Tre o quattro anni fa? Credo che entrambi abbiamo cominciato a sbroccare per loro quando avevano poco più di dieci anni."

FRANCESCO: "Si. Ma ora che sanno di fregna, fregna giovane, dobbiamo godercele e farle godere "

Alle parole del mio amico, nuovamente eccitato, mi sono afferrato l'uccello senza rendermene conto per masturbarmi lentamente.

IO: "Siamo i soli che potrebbero offrire loro amore incondizionato"

FRANCESCO: "Ancora con questa storia dell'amore! Ma quello glielo dai tutti i momenti della tua vita. Tu vuoi dargli il tuo cazzo. A mia figlia e alla tua. Questa è la realtà"

Quelle parole, quella cruda verità, anziché inibirmi mi fece arrapare ancora di più.

FRANCESCO: "Pensa che tanto finirebbero comunque per soddisfare le proprie voglie con dei coglioncelli della loro età o poco più grandi che probabilmente le farebbero soffrire e basta"

IO: "Frettolosi, egoisti e stronzi."

FRANCESCO: "Appunto!"

Avevo aumentato il ritmo con la mano sul mio cazzo.

FRANCESCO: "Ora andiamo a dormire. E finiscila di farti pugnette pensando a mia figlia. Vedrai che presto assaggerai gli umori della sua passerina. Ed io non vedo l’ora che tu lo faccia."

IO: "Il problema è che fra due giorni ce ne torniamo a Roma e in così poco tempo…

FRANCESCO: "Non ti preoccupare. Ho già una mezza idea su come innescare il gioco."

IO: "Davvero?"

FRANCESCO: "Si. Però ora andiamocene a dormire. Domattina ci pensiamo per bene e ne parliamo."

Così dicendo, Francesco si alzò flemmaticamente dal letto per sparire in camera sua

Anch’io mi alzai. Ma prima di spegnere la luce e uscire da quella stanza mi voltai verso il letto, ripercorrendo in un lampo tutto quanto era accaduto, come se volessi riviverli ancora una volta da spettatore.

Voyeur e cuckold di mia figlia.

Mi avviai verso la mia camera chiedendomi se esista in letteratura una situazione del genere, dove trarre ispirazione per uscirne tutti indenni. 

Meditando su questo ultimo aspetto, mi girai e rigirai nel letto per ore senza prender sonno.

Poco dopo le due e mezza sento le ragazze rientrare; ridacchiano sommessamente e parlottano a bassa voce mentre percorrono il lungo corridoio.

Chissà se ridono perché Claudia ha già raccontato qualcosa ad Alba o perché si sono divertite durante la serata in discoteca?

Dal tono malizioso del loro vociare, sono propenso a credere che le abbia già detto qualcosa. Ma tanto ormai è fatta ed è inutile arrovellarsi troppo il cervello e l’uccello. Sento chiudere delicatamente la porta della loro stanza e… niente più.

Silenzio.

Mi addormento chiedendomi: domani, come affronterò lo sguardo di mia figlia? Vorrei non pensarci ma la paura di aver fatto una cazzata, stempera l’eco del piacere provato.

Alla fine, l'egoismo mi riporta a desiderare di farlo ancora. Ed anche con la figlia del mio amico.

Chiudo gli occhi.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

È mattino.

Sono il primo ad essersi svegliato. Sto finendo di preparare la colazione per tutti, quando mia figlia si affaccia in cucina.

Il momento che temevo è arrivato.

Provo a nascondere il mio imbarazzo: “Buongiorno, tesoro. Dormito bene?”

“Si, papo” risponde lei, stiracchiandosi.

IO: “Vi ho sentite rientrare stanotte. Ridacchiavate."  

“Scusa se ti abbiamo svegliato. Abbiamo provato a non fare troppo casino ma...”

IO: “No, macché casino. Ero sveglio. Non riuscivo a dormire. Vi siete divertite ieri sera? Per caso le hai detto...”

Claudia mi interrompe concitata, si avvicina e mi dice sottovoce: “Senti papà, lo so che non è facile tutto questo e che, insomma… si. Io mi vergogno. E anche tu, forse. E… se sei d’accordo… anche se non abbiamo fatto nulla di male, credo non dovremmo raccontarlo a nessuno”

IO: “Si. Hai ragione sono d’accordo".

Mi sentivo confuso e stordito

CLAUDIA: "Lo spieghi tu a Francesco?

IO: ""A nessuno... Niente di male...”  

CLAUDIA: "Ma papà, mi ascolti?"

IO: "Eh? Ah, si. Francesco. Ci parlo io. Ero distratto scusa. Pensavo che forse a te... si... insomma... forse non andava di fare certe cose e..."

CLAUDIA: “Papà... A me è piaciuto. Forse a te no. Anche se a me Francesco, però...”

IO: “Anche a me. Giuro!”

CLAUDIA: “È buffo, fa strano dire queste cose al proprio papà"

IO: "Perché lo hai mai detto ai papà di qualcun'altro?"

Fortunatamente a mia figlia non manca il ‘sense of humor’ e sorride a quella che, francamente, per me non voleva essere una battuta. Constato però che almeno così si è allentata un po’ la tensione tra noi.

CLAUDIA: "Ecco...". Arrossisce vistosamente, riprende coraggio e continua con lo sguardo abbassato: "...voglio dire che è stato bello trovarmi tra te e Francesco, che sai…”

IO: “Ti piace molto. Si, lo so. Hai sempre avuto un debole per lui”

CLAUDIA: “È così evidente?”

IO: “Diciamo che per me che sono tuo padre, si. È abbastanza evidente. Ma dimmi, tu ora come ti senti?”

CLAUDIA: “Non so dirtelo adesso. È stata una situazione è strana. Difficile da spiegare. Mi ci vorrà un po’ per capire esattamente cosa ho provato nel profondo. Di sicuro posso dirti che è stata un'esperienza unica. Tu mi conosci e conosci tutti miei amori. Sai che è da un paio di anni che faccio sesso ma ieri… ieri è stato come se lo avessi fatto per la prima volta"

IO: “Io sono più confuso di te, credimi”

CLAUDIA: “Ma non sono pentita.”

IO: “Sicura che tu ad Alba non abbia già raccontato…?”

CLAUDIA: “No, papà. Non le ho detto nulla. Si incazzerebbe come una iena.”

IO: “Capisco…”

CLAUDIA: “No, non capisci, Quando ieri…”

IO: “È vero. Non capisco. Spiegami”

CLAUDIA: “Quando ieri…”

È entrato FRANCESCO: “Buongiorno ma perché parlate così piano? Ah, state parlando di ieri sera! Brrr… qualche problema?”

IO: “Claudia mi stava dicendo qualcosa a proposito di Alba.”

Claudia, dopo aver stampato un bacio sulla guancia di Francesco, per augurargli il buongiorno, (un bacio che per la prima volta mi provoca una fitta allo stomaco) riprende il discorso, sempre sottovoce: “Si, dicevo che Alba… Alba non sarebbe contenta se sapesse che non l’abbiamo coinvolta ieri sera”

FRANCESCO: “Ma dai!”

CLAUDIA: “Eh, si. Quando ogni tanto fantasticavamo su…” 

FRANCESCO: “… Su?”

CLAUDIA: “Insomma… Io, te, papà, lei… ci siamo capiti, no?”

IO: “Tutto chiaro. Continua”

CLAUDIA: “Una di quelle volte lì, mentre fantasticavamo, abbiamo fatto un patto.”

FRANCESCO: “Il discorso si fa interessante. Scommettete che indovino?”

IO: “Francesco, smettila! Falla finire di parlare. Già è difficile così! Dicevi tesoro, che avete fatto un patto e…”

Sentiamo Alba che si è alzata ed è entrata in bagno

CLAUDIA: “Se Alba si fosse fatta te, papà, io mi sarei dovuta fare Francesco”

IO: “Oh, cazzo!”

FRANCESCO: “Hai capito?! Ah, ah, ah!”

CLAUDIA: “Proprio così: o entrambe o nessuno e nessuna”

FRANCESCO: “Il frutto non cade mai lontano dell’albero”

IO: “Si, vabbè. Buon sangue non mente. Chi non risica non rosica. Tanto va la gatta al lardo… ma ti pare il momento?”

CLAUDIA: “Che c’entra l’albero, il frutto?”

IO: “Non dargli retta. Ora capisco: fino a ieri, 'quelle' erano solo fantasie.”  

CLAUDIA: “Fino a ieri, appunto. Ora, invece…”

IO: “Ecco perché a un certo punto ci hai chiesto se avevamo già parlato o fatto sesso, anche con Alba!" 

CLAUDIA: “Ed ora mi sento in colpa con lei, perché ho tradito la nostra promessa. Ed è per questo che non posso dirle nulla di ieri sera”

Entra Alba.

Al suo “Buongiorno.” Rispondiamo evasivamente come se fossimo impegnati ciascuno a fare qualcosa per arricchire la colazione 

È radiosa, anche nel suo bel disordine di capelli e con la magliettina che lascia scoperta la sua spalla abbronzata… mmmh! Che voglia di poggiare le labbra su quella pelle vellutata. Magari mentre le abbranco le chiappette contenute nell’esiguo pantaloncino del pigiama. Ho sempre avuto queste allucinazioni su di lei e le ho sempre tenute sotto controllo. Ma ora... ora è davvero difficile resisterle

ALBA: “Cos’è che vi state dicendo zitti zitti?

IO: “Mah. Niente. Pensavamo che eri ancora a letto, non volevamo svegliarti e così… parlavamo a bassa voce”

Cazzo, come vorrei asciugarle la passerina con la mia lingua ora! Una tortura!

Ancora due giorni di vacanza e poi, finalmente torneremo a casa. Una tortura…


(Segue...)

2 commenti:

  1. Più leggo e più mi piace.
    Più vado avanti in questa storia e più mi stupisco di come tu sia riuscito a mantenerti in bilico, con un argomento così delicato per i vari noti motivi, tra la folle libidine della storia e la meticolosità dei dettagli.
    Bravo per davvero!!!!

    RispondiElimina