9: MI SCOPO TUA FIGLIA SE TU SCOPI LA MIA (2 parte)

Non potevo fare a meno di esprimere i miei dubbi a Francesco: “Ma hanno solo quindici anni e poi non è mica semplice. Non è mica come decidere se andare al cinema o in birreria! E poi, questo... si, tutto questo! ...mi sembra una follia”

FRANCESCO: “Lo sarebbe, se ad esempio volessimo usar loro violenza o volessimo approfittare di loro mentre dormono.”

IO: “Che cazzo dici?!"

FRANCESCO: “Dico che la sessualità è una cosa che può essere vissuta al di là degli schemi e dei tabù, se il gioco si imposta senza coercizioni e sopraffazioni o plagi…”

IO: “Si, si. Ho capito. Volontariamente. Ho capito…”

FRANCESCO: “Io e te abbiamo avuto esperienze che molti non le vivranno nemmeno in cento anni. E da quando eravamo ragazzini…”

IO: “Non ricominciare col pippone di quando eravamo ragazzini. Non hai bisogno di convincermi. Tu avrai pure ragione ma io ci voglio pensare.

FRANCESCO: “Ah, sì? E a cosa?”

IO: ”A questo gioco, come lo chiami tu. Potrebbe prendere una brutta piega. Secondo me ci siamo eccitati troppo e ci stiamo inventando la ‘lavatrice a colori’. Mia figlia, tua figlia… non ci voglio nemmeno pensare. Non avrei più il coraggio di guardarle negli occhi; e nemmeno di tornare a casa”

 

FRANCESCO: “Cazzo, come la fai tragica!”

IO: “La fai facile tu! Tua moglie è anche più porca di te…”

FRANCESCO: “Si. E' la troia più raffinata che ci sia al mondo. L’ho sposata apposta. Ma dai…!”

IO: “Non sai quanto mi attizzi questa cosa. Ma ho troppa paura di fare danni irreparabili. Devo pensarci.”

FRANCESCO: “Bene! Vuol dire che mentre tu ci pensi, io indago… sondo, con le nostre bimbe, se siamo noi che ci stiamo davvero inventando ‘la lavatrice a colori’ oppure, se anche da parte loro…"

IO: “E che vuoi sondare? Lo sai anche tu, l’hai detto poco fa che ogni ragazzina vorrebbe fare sesso con un adulto”

FRANCESCO: “D’accordo. Promesso: non mi farò fuorviare dall’idea che la maggior parte delle adolescenti anela a fare sesso con il proprio papà o con un uomo maturo.”

IO: “Anelare? Fuorviare? Oh! Ma tu ci stai pensando seriamente! Hai detto: anela! Hai detto: fuorviare!

FRANCESCO: “Eh! Si, ho detto ‘anela’. E allora?”

IO: “Ti conosco bene e so che quando parli forbito è perché t'è partito l'embolo! Tu vuoi farlo davvero!”

FRANCESCO: “E si capisce! Ma con cautela e molta prudenza. Come dici giustamente tu, è da capire se il gioco è praticabile senza provocare danni o traumi”

IO: “Ecco. Appunto. Si, bravo…”

 

Dopo un lungo silenzio mi rivolgo nuovamente a Franceso: “Ammettiamo che tu abbia ragione e che tua figlia ed io... si, insomma... tu con mia figlia... Voglio dire: tu hai già in mente il 'come' "?

FRANCESCO: “Che mi stai chiedendo?”

IO: “Ti sto chiedendo se hai già un piano… hai già pensato come potremmo farlo? Tutti insieme, in una stanza, contemporaneamente? Oppure, magari, tu con mia figlia da una parte e io e tua figlia da un'altra?”

FRANCESCO: “Ma che cazzo ne so? Non ho ancora un’idea. Credo che dovremo improvvisare e affidarci al buon senso”.

IO: “Arrapati come macachi… dubito che il buon senso… a me piacerebbe una figlia per volta con tutti e due noi. Almeno la prima volta…”

FRANCESCO: “Non so come potremmo fare e come andrà la faccenda. Ma so per certo che sarebbe meglio muoverci finché siamo qui perché una volta che saremo tornati a Roma sarà impossibile, arrivare in fondo a questo gioco. Oppure…"

IO: “Oppure?”

FRANCESCO: “Oppure non se ne fa nulla e lasciamo perdere questa idea"

IO: “Ecco, si! Giusto! Lasciamo perdere! Mettiamoci una pietra sopra e godiamoci questa vacanza, che sta diventando peggio di una tortura. Già siamo andati oltre, schizzando sulle mutandine delle nostre bambine”

FRANCESCO: “Va bene. Come vuoi. Magari… però, un’altra puntatina nell’intimo… che ne dici?”

IO: “Dico… dico: perché no? Ma niente di più…”

Alla fine, rassegnati a non procedere, facciamo reciproca promessa di prudenza e raggiungiamo le ragazze in spiaggia.

Durante le ore successive, tra me e il mio amico tutto fila liscio, come niente fosse successo. Con le ragazze, invece, non riesco ad essere lo stesso di sempre: guardo Alba, ripenso a quel che ci siamo detti con suo padre e mi si rizza il cazzo. Poi guardo mia figlia, che sta sorridendo a Francesco, e la immagino, in ginocchio, intenta a fargli un bocchino ad occhi chiusi: e senza toccarmi, lì sulla spiaggia, esplodo in una sborrata incontrollabile

Insomma… Tutta la giornata la passo in perenne erezione, contorcendomi dalla rabbia, dai dubbi, dai ripensamenti e da un’eccitazione mai provata prima. 

Anche il giorno successivo, tutto sembra scorrere come in una normale vacanza. 

Almeno fino a sera, quando Alba e Claudia si fiondano a sgambettare nella discoteca del villaggio, mentre il mio amico ed io ci tratteniamo ancora un po' al ristorante.

Mi verso un po’ di vino.

Mi mordo il labbro inferiore, ripensando all’abitino che indossa Alba stasera: corto, svasato, giallo con dei cuoricini sparsi dai colori vivaci, semi trasparente, di tessuto leggero.

Lo indossa, come fa spesso, senza reggiseno; mettendo in risalto le sue tettine sode e puntute.

Sospiro considerando quanto sia splendida e, spesso, involontaria la sfrontatezza che anima l’adolescenza.

E mentre sorseggio quest'ultimo bicchiere di vino, sogno a occhi aperti. Sogno i suoi capezzoli che sfregano contro il tessuto al ritmo della musica. 

Guardo negli occhi il mio amico e gli chiedo con determinazione: “Allora, quando?”

FRANCESCO: “Cosa?”

IO: “Non fare il finto tonto. Non mi dire che non ci hai più pensato, ché non ti credo”

FRANCESCO: “Chiedi a me, che te l’ho proposto, se ci ho pensato?! Ci ho pensato e ripensato, ogni momento. Sono due giorni che non faccio altro che spararmi una pippa dietro l’altra” 

IO: “A chi lo dici!“

FRANCESCO: “L’ultima, mentre ero sul lettino, giù in spiaggia: guardavo tua figlia che faceva la ruota sul bagnasciuga! Non ho resistito. Il cazzo mi esplodeva dentro il costume. Ho fatto uscire la cappella, da un lato del pantaloncino e me la sono lisciata con discrezione. Ho atteso che, nel ruotare si trovasse a testa in giù, a cosce aperte e... Mmmmhhhh! Ho sborrato sull'asciugamano”

IO: “Bello stronzo!”

FRANCESCO: “Che c’è? Sei geloso?” 

IO: “Era il mio asciugamano, quello!”

FRANCESCO: “Ah, ah, ah… Non ci ho fatto caso. E poi, scusami, non sono riuscito a controllare, gli schizzi.”

IO: “E già! La tua attenzione era tutta sulla fica di Claudia.”

FRANCESCO: “Mi fa impazzire vederla sorridere in quel modo: maliziosa e innocente al tempo stesso. E il vestitino? Ne vogliamo parlare? No, dico… Hai visto che vestitino s’è messa stasera tua figlia?”

IO: “Abitino bianco, trasparente, abbottonato davanti. Una vero troietta. Non c’è che dire.”

FRANCESCO: “Lo spazio tra un bottoncino e l’altro è un invito per infilarci lo sguardo. E non solo quello. Ci avrei infilato volentieri una mano per saggiare la sua passerina attraverso il tessuto della mutandina…"

IO: “…bianca!”

FRANCESCO: “…bianca. Si. L’hai vista anche tu, allora?

IO: “Le ho squadrate tutte e due. E non so chi mi faceva più sangue”

FRANCESCO: “A me, Claudia, col suo bell’abitino leggero…Sarebbe un piacevole passatempo, slacciare quei bottoncini uno ad uno, con calma, godendo di ogni piccola parte di pelle svelata… Oh, ma che faccia che fai! Ora mi fai il geloso? Mica hai detto nulla mentre gli altri maschi se la mangiavano con gli occhi, lì in spiaggia, oggi, mentre faceva la ruota. Cosa credi che sia stato io il solo a dedicarle una sega?”

E' vero. Ero geloso... Ma anche arrapato, da ciò che provocava mia figlia nel mio amico e non solo su di lui!

FRANCESCO: “Ma scusa… poi... non avevamo detto che questo era un discorso chiuso?”

IO: “Chiuso? Sembra facile… Non so tu ma io, da quando ti ho beccato a sborrare sulle mutandine di mia figlia, ho voglia di vederla che ti fa un bocchino, mentre le lecco la fichetta fresca.”

FRANCESCO: “Mmmhhh che sogno! Non sei il solo ad avere certe fantasie”

IO: “Siamo due pazzi!”

FRANCESCO: “Te già l’ho detto. Tutti i maschi che guardano le nostre figlie, fanno gli stessi nostri pensieri da pervertiti… E tu, non sei da meno. Ti vedo; quando sei in presenza di mia figlia fai una fatica enorme a controllare le tue espressioni di desiderio.”

IO: “Si vede tanto?”

FRANCESCO: “Beh... Forse, io me ne accorgo, perché ti conosco bene”

IO: "Anche le nostre figlie mi conoscono e…"

FRANCESCO: "Ah! Ah! Ah! Cos'è? Ti spaventa l'idea che possano vederti come un porco? Uno che sbava dietro a tutte le ragazzine?"

IO: "Non sbavo dietro ‘tutte’ le ragazzine; solo dietro a ‘una’: tua figlia! E non è nemmeno tutta la verità”

FRANCESCO: “Spiegati meglio. Che vuoi dire?

IO: "Io vorrei adorare tua figlia e...”

FRANCESCO: “Scopare! Tu Alba vorresti scoparla. Altro che ‘adorare’. Non dirmi cazzate, porco! Te la vorresti trombare. Come tutti. Vorresti fottertela, incularla, scoparla! Per poi sborrarle in gola o in culo! Altro che adorare!"

IO: "Si. Hai ragione! Me la vorrei sbattere per benino! Vorrei infilarglielo dappertutto: nella fica, in bocca. Le ci piscerei anche, in culo!”

FRANCESCO: “Oh, ecco! Ora ti riconosco.”

IO: "Ma so che non è corretto, che è ingiusto, insano...”

FRANCESCO: “Insano o no, è quello che vorrei fare anch'io con la tua Claudia. Ed è quello che vorrebbero fare tutti i maschi che la vedono... che le vedono. La loro bellezza adolescenziale fa rizzare il cazzo!”

IO: “Ai maschi di ogni età, è vero.”

FRANCESCO: “Appunto! Cosa credi, perché le partite di pallavolo delle nostre ragazze sono sempre così affollate di pubblico maschile? Non è certo l’amore per lo sport ad attirarli. Non prendiamoci per il culo. Lo sai bene perché sono tutti lì, sugli spalti. Anzi, siamo tutti lì, litigandoci i posti sul lato corto del campo.”

Ha ragione Francesco. Siamo tutti lì per quello: goderci lo spettacolo di quei culetti tonici e provocanti.

E mentre Francesco parla mi vedo scorrere davanti gli occhi tutte le volte che ho aspettato che mia figlia e tutte le ragazze della squadra, dopo la realizzazione di un punto si abbracciassero per scambiarsi pacche sul culo.

Come vorrei dargliela io ad Alba, quella pacca! Ed indugiare con la mano aperta, su quelle rotondità acerbe e sode.

A volte provo una fitta allo stomaco, pensando che anche altri spettatori durante la partita vorrebbero palpare il culetto di mia figlia.

Provo uno strano impulso misto di rabbia e piacere, pensando che si masturbano con la mano in tasca avendo come oggetto dei loro laidi desideri proprio mia figlia.

E di nuovo s’affaccia quella strana, dolorosa e piacevole gelosia.

Mi chiedo: si può essere cuckold della propria figlia? Boh!?

Non so se esista una letteratura al riguardo. So solo che non riesco a pensare ad altro.

E non capisco se mi eccita di più scoparmi Alba, la figlia del mio amico, o vedere Claudia, mia figlia scopata da lui.

FRANCESCO: "Oh, ma mi stai ascoltando?"

Provo a farfugliare qualcosa, nel tentativo di dissuadere Francesco da quell’ intento che proprio io, invece, voglio che lui porti avanti.

IO: "No. tu sei un pazzo. Sai benissimo, lo hai detto proprio tu, ieri, che queste cose, no... non è...” 

FRANCESCO: “Non è ‘cosa’? Ti eccita tutto questo, o no?”

IO: "Si lo ammetto. Mi fa rizzare il cazzo, come mai prima. Ma... ma io... ma tu... tu…”

FRANCESCO: “Ma-ma-ma… Tu-tu-tu… Ma che cazzo balbetti?! Ti sei scordato che quando eravamo ragazzini abbiamo condiviso una sessualità che andava oltre ogni convenzione? I nostri discorsi erano così perversi che spesso erano incomprensibili persino per i più grandi del nostro gruppo di segaioli."

IO: “Troppo avanti...”

FRANCESCO: “Come quella volta nel boschetto, poco più che undicenni, mentre ci stavamo spippettando insieme agli altri, abbiamo confessato che volevamo scopare le reciproche mamme. Ricordi?”

IO: “Si! Io la tua e tu la mia! Ricordo, eccome! Ricordo pure che le abbiamo spiate un mucchio di volte, sparandoci fino a una decina di seghe al giorno mentre architettavamo il modo di poter realizzare quella fantasia. Ma quelle, erano le nostre mamme, donne adulte. Queste sono le nostre figlie; poco più che ragazzine. Hanno solo quindici anni!”

FRANCESCO: “Appunto! Sono le nostre figlie! E chi, meglio di noi, potrebbe iniziarle al sesso?”

IO: “Le ho sentite una volta che si confidavano al telefono. Dicevano che non provano particolari emozioni con i loro coetanei. Era quella volta in cui mia figlia diceva alla tua che sei un figo da paura e che ti darebbe pure il culo se ne avesse occasione”

FRANCESCO: “Sono nostre figlie anche in questo: sono troppo avanti. Come noi…”

IO: “Forse mi illudo che possano avere le stesse simmetriche fantasie che avevamo noi alla loro età”

FRANCESCO: “Chissà quante volte si sono masturbate pensando al cazzo dei rispettivi papà o del proprio. È normale. Desiderare di fare sesso con il proprio genitore fa parte di un normale percorso di crescita adolescenziale.”

IO: “In loro, probabilmente, è più evidente che nelle loro amiche…”

FRANCESCO: “E poi… le hai viste? No, dico, le hai viste anche oggi in spiaggia, a volte, come ci guardano maliziose, le troiette? Hanno voglia di cazzo, come tutte le femmine. Se poi ci metti che probabilmente i loro coetanei non sono all’altezza… sei ancora indeciso?”

IO: “Non so, credimi.”

FRANCESCO: “Non voglio convincerti ad andare avanti. Ma se decidiamo di proseguire questo gioco, vale quel che t’ho già detto: o tutti e due o nessuno dei due; non mi scoperò tua figlia se tu non ti scopi la mia.

IO: “Sono confuso…”

FRANCESCO: “E allora, come non detto. Mettiamoci una pietra sopra e dimentichiamo tutto...”

IO: “Si. Forse è meglio.”

FRANCESCO: “A questo punto, andiamo a distrarci. Andiamo anche noi in discoteca. Magari rimorchiamo un paio di quelle inglesine che sono arrivate stamattina.”

IO: “Volentieri. Ma prima…” indico la stanza delle ragazze.

FRANCESCO: “Giusto! Prima le loro mutandine!”

E, sicuri del fatto che le ragazze erano in discoteca e non sarebbero tornate da lì a poco, andiamo a frugare tra le cose intime nei cassetti delle nostre figlie. Afferrato ognuno il proprio feticcio, ci sediamo tutti e due sul lettone e mentre ci meniamo allegramente il cazzo, Francesco, sul suo cellulare mi mostra nuovamente le foto che ha carpito alla figlia. In cambio, vuole che gli ripeta cosa ho sentito dire da Claudia a sua figlia a proposito della voglia di concedergli anche il culo. Continuiamo a smanettarci con vigore ma poco dopo torniamo a dirci che sarebbe magnifico scopare le nostre ragazzine.

Insomma, tra una manovella e l’altra il tema torna a farsi caldo.

Per Francesco non è plausibile che le nostre figlie non si prestino al nostro gioco.

Ribadisce la sua teoria: proprio perché figlie di due porci come noi, hanno curiosità e fantasie analoghe e speculari alle nostre.

Poi, in piena sintonia, proviamo a riassumere quali potrebbero essere i nostri intendimenti e quali paletti eventualmente non dovremmo superare.

E cioè: non faremo nulla senza il loro consenso esplicito; nessun vincolo a giocare in stanze separate o tutti insieme, lasceremo decidere loro anche questo. Così come, se lo vorranno, scopare anche con il proprio papà sarà una loro libera scelta.

Chiariti questi e pochi altri punti, riprendiamo a farci in mano, eccitati come bestie e proprio quando stiamo per sborrare sulle mutandine delle ragazze, sentiamo infilare la chiave nella toppa della porta di ingresso. “Cazzo! Sono già rientrate” dico a Francesco ed esco di corsa dalla stanza e cercare di parare la situazione.

Arrivo in tempo per intercettare mia figlia e bloccarla lì nel corridoio.

È da sola e imbronciata.

Mi paro davanti a lei, impedendole di proseguire verso la sua stanza dove c'è ancora Francesco

IO: “Ciao... ma... e sì... insomma... Come mai sei già tornata?”

CLAUDIA: “Ciao, papà. E tu come mai non sei ancora uscito?”

IO: ”Stavo uscendo proprio ora… Vado all’internet-point a scaricare un po' di posta del lavoro. Ma non cambiare discorso. Rispondi: come mai qui da sola? Hai bisticciato con Alba?”

CLAUDIA: “No, papà. Nessuna lite – inizia a sbottonarsi l’abitino - Sono rientrata per farmi una doccia."

'Ha proprio ragione Francesco', mi dico mentre seguo i movimenti delle sue dita combattere coi piccoli bottoni, per liberarli dalle asole. 'Sei bellissima. E come sei cresciuta bambina mia!'

CLAUDIA:  "E tu, sei da solo?”

IO: “No. Francesco è di là, in bagno o in camera sua, credo. È da un po' che non lo sento…. Ti sei macchiata il vestitino. Voltati. Fammi vedere...”

La faccio voltare per consentire a Francesco di uscire senza essere visto. Ma questo invece di uscire e andare nella sua stanza, si affaccia, mi fa l’occhiolino e sorridendo rientra nella stanza delle ragazze. ‘Eh, sì!’ penso... ’questo vestitino fa davvero arrazzare!’

CLAUDIA: “Un ragazzo che serve al tavolo, mi ha rovesciato addosso un cocktail. Ora ho il tempo di darmi una rinfrescata, cambiarmi e tornare subito da Alba. Ma… - abbassando la voce - Francesco sta già dormendo? Se è così, non vorrei disturbarlo”.

IO: “Non lo so. T'ho detto che è un po' che non lo sento. Ma tu vai tranquilla nella tua stanza. Da lì non ti sentirebbe; e poi lo sai che ha il sonno pesante...”

CLAUDIA: “Vabbè… Vado a prendere le cose per cambiarmi...”

Francesco non esce… Provo a trattenerla ancora: “E… Alba?”

CLAUDIA: “E’ in compagnia della scolaresca greca. Quei ragazzi che abbiamo conosciuto stamattina in spiaggia. Ricordi? Ora però devo sbrigarmi.”

IO: “Bene... io vado. Se non ti ritrovo: nessun problema. Tanto una delle due chiavi per rientrare ce l’ho io”, le dico senza inflessioni, aprendo la porta.

Esco rassegnato a lasciar scorrere gli eventi e con l’intento di rientrare poco dopo.

Sono sicuro, conoscendolo, che Francesco proverà ad inventare qualcosa per far lievitare la situazione.

Sono certo che proverà a sfruttare questa occasione, per provare a realizzare le nostre fantasie.

E… infatti…

Dopo avermi fatto l’occhiolino, s'è tolto il pantaloncino e le mutande restando nudo, col cazzo all’aria, e s’è poggiato sul lettone delle ragazze, fingendo di dormire.

Nella mano sinistra tiene ancora la mutandina di mia figlia.

Ancora mezza nuda, piano piano Claudia entra in camera, va verso i suoi cassetti prende le cose che le occorrono per cambiarsi e prima di andare a fare la doccia, si ferma. Sta per uscire dalla stanza ma poi si volta e resta immobile sulla soglia della porta; fissa il cazzo del mio amico; è come se una calamita attirasse il suo sguardo. Il cazzo del mio amico è lungo e sottile ed anche quando è barzotto è di dimensioni importanti...

Claudia è come ipnotizzata. Ripensa alle mie parole “…Tanto Francesco ha il sonno pesante”. Riconosce la sua mutandina tra le dita di Francesco. Deduce non può essere un caso. C’è di sicuro un motivo: lei piace a quell’uomo. E suppone di piacergli tanto, al punto che si è addormentato dopo essersi masturbato, annusando le sue mutandine. La cosa la lusinga e le fa scattare la libido.

"Le mie mutandine in cambio di una tastata al suo pisello…". È questa l’idea che le passa per la mente.

Fa cadere una moneta a terra per testare il sonno del mio amico. Francesco non reagisce.

Claudia si fa più audace: “Dorme sodo. Chissà se l’ha avvolta attorno al suo affare…?" pensa. "Mmmhhh (si tocca la passerina per un secondo) E chissà se ci ha goduto sopra…?"

La cosa la lusinga e la eccita parecchio. "Mmmhhh... Mi merito un premio… Una carezza piccolina, al suo affare. Sarò così delicata che non si sveglierà. E poi, anche se si svegliasse, non sono sicura che protesterebbe”

Lentamente avvicina la sua mano alla verga.

Si inginocchia, sempre lentamente e con molta cautela cinge il cazzo con le sue piccole dita.

Una volta conclusa la presa resta immobile, così, a guardarlo e ad aspettare una reazione di Francesco. Reazione che neanche stavolta arriva.

Claudia pensa ancora: “Deve essere davvero stanco…”

E mentre avvicina gli occhi a quell’affare (che al contatto della sua manina ora s'è fatto grosso per davvero!), tenendolo saldo tra le dita affusolate, sorride e comincia ad immaginare come deve essere piacevole metterselo in bocca.

Lo sta scrutando, quasi a voler fissare nella memoria ogni singola vena di quel bel cazzo.

“Questo è un cazzo! Altro che quello dei miei ragazzi!"

Io, nel frattempo, sono rientrato. Ho aperto silenziosamente la porta.

Ho il cuore in gola.

Non sento rumori.

‘O Claudia ha finito di fare la doccia - penso - e si sta asciugando, oppure…’

E quell’ ”oppure…” sottintende mille possibilità. E fra tutte ne auspico una soltanto: vederla alle prese col mio amico.

Mi sento le vene rimbalzare nelle tempie.

Il percorso, dalla porta di ingresso alla porta della stanza delle ragazze, sembra interminabile.

Oltrepasso ora la stanza di FRANCESCO: butto un occhIO: non c’è nessuno.

Passo davanti la porta del bagno; è aperta ed anche lì non c’è nessuno.t

Facendo attenzione a non provocare rumori, mi dirigo verso la stanza delle ragazze.

Ho acuito così tanto l’udito in questo momento che sento persino il battere del mio cuore.

Mi avvicino alla porta… a quella porta…

Sono arrivato. Ma ora ho paura di guardare nella stanza.

E se davvero stessero facendo sesso?

Per un attimo rischio un infarto…

Mentre provo a calmarmi rallentando il ritmo del respiro, torno a chiedermi: “Che faccio, guardo oltre? La sgrido? No. E perchè?!” Alla fine decido che darò uno sguardo e se stanno facendo sesso, zito zitto esco e me ne vado. “Me ne vado? Nooo… ma che cazzo dico?”

Ormai ci sono! Ed entro in gioco anch'io. Anche se mi basterebbe di vederla sbocchinare il mio amico, ora la foia non mi lascia tregua e voglio scopare mia figlia insieme a Francesco. …

Ancora un’esitazione: magari lei è già uscita e lui è andato a bere qualcosa al bar…

Oppure lui è ancora in camera e lei sotto la doccia. Ma non sento nessun rumore provenire dal bagno…

E la luce accesa, allora? Nooo, che cazzo sto dicendo?! Basta. Ho deciso. Mi affaccio!

Mi avvicino fino a portarmi in modo che la prospettiva mi consenta di vedere i piedi del letto.

Prendo un respiro e proseguo nella conquista della visuale migliore. Man mano che l’occhio vede una ulteriore porzione del letto il mio respiro si dirada, la salivazione cessa e… porco mondo!

Sta accadendo!

Li vedo!

Claudia è di profilo, in ginocchio, davanti al letto.

Tiene delicatamente in mano il cazzo di Francesco.

Lo sta contemplando; sembra che lo adori.

Lo sta scappellando adagio, socchiude gli occhi e con accortezza sfiora con la lingua la cappella lucida.

Mi chiedo: chissà a cosa starà pensando quella ragazzina di quindici anni, in questa situazione?

Non ho il tempo di ipotizzare una risposta, perché mia figlia (si! quella ragazzina è mia figlia!) sta per assaggiare il cazzo di un uomo davanti ai miei occhi.

Avvicina la bocca semiaperta all’uccello.

Si muove con cautela.

Francesco continua a far finta di dormire

Lentamente Claudia fa sparire il glande tra le sue labbra.

Appena tutta la cappella è nella sua bocca, si blocca.

Francesco fa un piccolo sospiro e il suo cazzo ha una contrazione.

Lei se ne accorge. Resta immobile col cazzo in bocca mentre rivolge lo sguardo verso Francesco. Francesco non reagisce. Mia figlia torna a chiudere gli occhi.

Dal movimento delle sue guance intuisco che ora sta roteando la lingua attorno alla cappella.

Che splendida troietta, quella ragazzina!

E' forse una mia impressione ma il suo faccino sorridente da bambina ingenua, ora è mutato in quello di una giovane puttanella. Mia figlia: una di quelle fringuelline che quando le vedi passare per la strada fai certi pensieri che non puoi confessare nemmeno a te stesso, si sta gustando un cazzo in bocca. Sembra così irreale, eppure sto guardando mia figlia mentre fa un bocchino ad un uomo maturo.

Chissà se anche Alba, alle prese col mio cazzo, subirebbe questa trasformazione: da ragazzina a troietta?

A proposito… Ma Francesco non aveva detto che si sarebbe scopato mia figlia solo se io mi scopavo la sua?

Bell’amico! Eccolo là che si gode la bocca acerba e superbamente inesperta di Claudia mentre io… mi sto facendo in mano e da solo!

Rifletto per un attimo ma poi mi dico:

“Ma chi se ne importa! Questo spettacolo è un godimento unico. Vada come vada…“

E torno a rimirare il lavoro di bocca di mia figlia!

Per gustarsi al meglio questo momento, Claudia continua a tenere gli occhi chiusi.

Francesco, invece, prima ne socchiude uno, poi, verificato che Claudia non lo stia guardando, li apre entrambe nella mia direzione. Mi vede che faccio capolino, quindi sgrana gli occhi alzando le sopracciglia, come ad invitarmi ad avvicinarmi.

Vuole che mi aggreghi anch’io...

Certo, farmi mia figlia, per di più insieme a Francesco sarebbe un sogno!

Ma che cazzo penso!?! Mia figlia, la mia bambina. La ricordo ancora piccina, alle lezioni di danza, col tutù rosa che sgambetta mostrando il culetto sodo. Riaffiora la libidine mentre penso che (ne sono sicuro!) che anche a 10 o 11 anni, durante quelle lezioni, faceva rizzare il cazzo a più di un adulto che vi assisteva.

Fatico a restare lucido e in silenzio, mentre Claudia ha preso a fare lentamente su e giù con la testa. Evidentemente non le importa più se Francesco si possa svegliare

La mia piccola ci ha preso gusto. Ripenso a quel che le ho sentito dire al telefono ad Alba: “Gli darei anche il culo a tuo padre”

Francesco non visto da Claudia, con un dito mi fa cenno di avvicinarmi.

Ed io, cautamente, mi avvicino a loro due.

È il momento di svelare i giochi. Poco importa che Alba non ci sia.

Poggio una mano sulla nuca di Claudia e le impongo il ritmo degli affondi. Quando capisce che non è la mano di Francesco. Apre gli occhi e, costretta dalla mia mano a continuare la sua azione, solleva lo sguardo. Quando mi vede sgrana gli occhi, spaventata. Con un’espressione preoccupata prova ad allontanare la bocca dal cazzo che ora si ritrova in fondo alla gola. Non glielo permetto. Le tengo la testa ferma e annuisco alla sua domanda silenziosa. Le dico che va tutto bene, che a me non dispiace, che non deve preoccuparsi, che può continuare.

Tolgo la mano da dietro la sua testa soltanto dopo che mia figlia ha ripreso il suo su e giù. Lei si sfila il cazzo dalla bocca e mentre lo lecca in tutta la sua lunghezza, allarga le narici e sussurra: "Grazie, Papà"

Poi se lo rimbocca di nuovo e continua il suo movimento con la testa ma con più risolutezza.

Francesco intanto si è poggiato sui gomiti per vedere Claudia in azione; poi si alza e la fa mettere a cosce aperte sul letto, si insinua con la testa tra le sue gambe e si immobilizza quando vede la mutandina aderire al sesso già umido. Mi sembra di percepire i suoi pensieri: quella, la mutandina bianca… quante volte le abbiamo sognate e quanti schizzi dedicati quell’indumento, fantasticando sul suo contenuto. Ora è lì. Non più vuoto contenitore di fantasie ma vero e proprio strumento di piacere sessuale. È così estasiato che non gliela toglie subito; prima le mordicchia la fichetta attraverso il cotone di cui annusa la fragranza e infine, scosta l'elastico di lato e inizia a raccogliere con la lingua tutti gli umori che già escono copiosi dalla fichetta di mia figlia. Io che nel frattempo mi sono spostato dall'altro capo del letto, caccio fuori l'uccello dai pantaloni e glielo adagio sulle labbra.

Mi guarda. Non capisco se prevale in lei lo stupore oppure l’eccitazione. Abbozzo un sorriso. Il mio cazzo ha una serie di contrazioni. Si alza e si bassa ad intervalli regolari.

Finalmente lei lo sfiora con la lingua. Lo accarezza in tutta la lunghezza.

Ogni tanto si sofferma sulle mie palle, getta la testa all’indietro, chiude gli occhi e geme per il piacere che le viene dalla lingua del mio amico.

All’ennesima contrazione del mio cazzo, apre la bocca e lentamente se lo inghiotte. Moooolto lentamente inghiotte il mio cazzo, si! Il mio cazzo! Il cazzo di suo padre! Se lo inghiotte fin dove le è possibile. Apre gli occhi. Incrocia il mio sguardo se lo sfila dalla gola e prima di leccarmi lo scroto dice: "Come è grosso, papà… è così largo…"

La bacio sulle labbra.

Le sto carezzando una tettina mentre l’altra gliela sta amabilmente torturando Francesco.

Poi faccio mettere mia figlia a quattro zampe, mi metto sotto di lei per un sessantanove

Che squisita fragranza emana dalla sua fichetta!

Se poi penso che l’ha appena assaporata anche il mio amico, faccio fatica a non sborrare in bocca alla mia ragazzina.

Francesco si pone con la testa dietro il culo di mia figlia, si abbassa quel tanto che gli consente di leccarle il buchetto tra le chiappette mentre io mi sto dedicando al piccolo clitoride. Le nostre lingue si urtano un paio di volte, nella foga incontrollabile di deliziare la creatura. Ancora un po’, io sul clitoride e nella vagina e lui nello sfintere; Francesco glielo lecca ancora un po’, poi si solleva e prende posizione per infilarle il cazzo in fregna.

Io da sotto sto vedendo tutto.

Il cazzo di Francesco, sta per entrare in quella tenera fichetta

Vedo la cappella che si avvicina.

Poggia la punta in prossimità delle grandi labbra.

Mia figlia si sfila il mio cazzo dalla bocca

Da quella posizione non posso vederla in viso ma la immagino e la sento gemere di piacere.

Con il pollice e l'indice, io prendo il cazzo del mio amico e lo accompagno verso il punto esatto di ingresso di quel paradiso. Francesco è immobile come se l’orifizio fosse troppo piccolo. Ha trovato la strada ma non spinge ancora; io riprendo a leccare la fica di mia figlia che torna a deliziarmi la cappella con la sua calda, umida e inesperta bocca.

Ad un tratto Claudia si immobilizza.

Capisco che ci siamo.

Il mio amico sta gradatamente spingendo il suo lungo cazzo dentro la pancia della mia piccola. E lei smette ancora una volta di succhiarmelo per godersi quella profanazione lenta e delicata.

Dalla mia postazione vedo la carne del mio amico farsi strada, entrare dentro la mia bambina

Entra… entra… e n  t  r   a…

l e  n  t   a   m   e   n   t    e

e inesorabilmente dentro la fichetta adolescente di Claudia.

“Sei il mio sogno” gli dice Francesco, poggiando il suo petto sulla schiena di lei.

Un ultimo affondo. Ora è dentro in tutta la sua lunghezza.

Resta immobile dentro di lei. Vedo le sue palle toccare quasi il clitoride; se la sta gustando, il porco!

Mia figlia geme. Fa dei versi con una voce che non le ho mai sentito. Ha dei sussulti di piacere. Sta avendo un orgasmo. Francesco intuisce e comincia a muoversi dentro di lei…

Pochi colpi e sento godere anche lui con un piacere forte e prolungato. Sussurra a mia figlia: "Scusami tesoro ma è una vita che ti desidero e… "

Mia figlia dice qualcosa, che non capisco. Ora ha la bocca piena del mio cazzo che non vuole mollare.

Francesco esce dalla sua fica. Abbondanti e schiumosi ne escono insieme la sborra di Francesco e gli umori della mia piccola.

Mia figlia si stende ed io le sono sopra. Voglio anch'io farcirle il pancino di sborra calda.

“Aspetta, papà. Fammi vedere una cosa.” Dice Claudia, mentre porta una mano al suo sesso grondante.

Si guarda la mano dopo esserla passata tra le gambe “No. Non c’è sangue. Fino a ieri avevo il ciclo ma ora non c’è più nulla.”

Capisco ora i suoi timori. Per quanto sia giovane ha già il ciclo.

“Stenditi anche tu, papà…”

Seguo il suo consiglio. Mi sento impacciato. Prendo indicazioni da mia figlia su come farsi montare da me. Ma dovrei dire che è lei che monta me. Infatti dopo che mi sono steso lei mi si mette sopra a smorzacandela. Il mio cazzo sta per esplodere mentre la mia mano trema per l’emozione. Finalmente lei, piano, si impala.

Mia figlia mia accoglie nel suo grembo. Il mio cazzo grosso le slarga la passerina. Sto per morire di piacere. Una volta che se l’è infilato tutto fino alla radice, lei si muove su e giù lentamente. È evidente che si sta gustando il cazzo che le sta scavando dentro. Fa dei respiri profondi mentre sussurra: “Papà… papà… che bello… come è grosso… mi piace sentirti dentro… si, papà… che bello… l’ho desiderato un sacco di volte…”

Dopo un po’ che Claudia mi sta cavalcando delicatamente, Francesco le va dietro e comincia un’altra volta a leccarle il buchetto del culo.

“Eh, no! Questo non te lo farò fare", penso "Non ora almeno. Il culo a mia figlia glielo farò io per primo. Sempre che sia ancora vergine, almeno lì…” e non finisco di pensarlo che esplodo nella sborrata più potente e copiosa della mia vita. E tutta in grembo a mia figlia.

Ho il rammarico di aver goduto troppo presto...

Francesco, il cui cazzo non si è afflosciato dopo il suo primo e altrettanto rapido orgasmo, approfittando della posizione a quattro zampe di mia figlia, si fa di nuovo dietro di lei e rinfila il suo uccello, cominciando nuovamente a carezzarle l'utero con la cappella 


...Continua


(Fine seconda parte)

2 commenti:

  1. Assurdo come un racconto del genere, che sia vero o di fantasia, possa innescare meccanismi inaspettati, inquietanti ed eccitanti.
    Anch'io, ho una figlia di tredici anni, ed ho cominciato a vederla con occhi diversi dopo aver letto la prima parte. Ora con la seconda, arrossisco, mi vergogno ma godo. Godo continuamente nel rileggere, immedesimandomi inevitabilmente

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