HO SEMPRE AVUTO UN DEBOLE...

"Ho sempre avuto un ‘debole’...”

 

Si dice così, no?!

“Ho sempre avuto un debole.”

Debole?

Tszk! Debole, mica tanto...

Il mio era (e lo è ancora) un ‘forte’, piuttosto forte, anzi decisamente FORTE desiderio di

vedere

sbirciare

annusare

toccare

Si... Proprio così.

Da sempre.

 

Ad esempio, da adolescente andavo in bagno a casa delle mie due zie, più grandi di poco rispetto la mia età, e mi trastullavo carezzando i loro slippini usati.

Li annusavo.

Mi ci carezzavo il pisellino acerbo...

Sognavo come potesse essere la loro passera.

 

Provavo a indovinarlo dal profumo che emanavano le tracce rimaste sul tessuto. Fantasticavo provando ad indovinare a chi tra le due appartenesse la mutandina che stringevo attorno alle mani, provando a catturare con l’olfatto i residui lasciati dalle ignare zie.




Ed indovinavo sempre

Un dono naturale, il mio!

Catalogavo già allora i feromoni e li memorizzavo per riconoscere al volo gli effluvi emessi dalle loro vulve.

Iperestesia olfattiva, credo che si chiami.

Iperestesia provocata dalla gnocca.

Che bestia! Ah, ah, ah!

Lo ero e lo sono ancora, una bestia. In senso buono naturalmente.

E, a proposito di bestie...

Ero ancora un ragazzino quando ho assistito ad uno spettacolo per me inedito e allora sconvolgente: una coppia di cani bastardini che scopava in mezzo al prato davanti casa.

Credo di essere rimasto scioccato (piacevolmente, intendiamoci), da quella azione dai risvolti ipnotici. Non riuscivo a smettere di guardarli.

 

“Deve essere davvero una faccenda universale!”, pensai, se anche il cane che si sta fottendo la cagnetta sembra meravigliosamente emozionato: si agita, non trova il buco, lecca, morde. Ma alla fine, una volta infilato... - ah! Che meraviglia! - sembra dire il bastardino, guardandosi attorno soddisfatto - eh? Che ve ne pare? Sto trombando alla grande, no!? -

E intanto continuava a fottere senza sosta con gran soddisfazione incurante della mia presenza.

 


Oppure, come quella volta che alle scuole medie, nell' androne delle scale ho sollevato istintivamente lo sguardo e ho goduto di uno spettacolo inatteso: una mia compagna di classe con la gonnellina, mi offriva involontariamente la vista del suo culetto fasciato da una mutandina bianca. Bianca. Bianca come il candore che esprimeva con la sua voce e le sue movenze. Quando se ne è accorta, con lo sguardo appena appena malizioso mi ha chiesto cosa stessi facendo. Ed io, da perfetto imbranato, ho farfugliato qualcosa a proposito della luce e dei riflessi sulle scale...



Eh, già. Credo che questi tre episodi, me ne rendo conto solo ora che li sto narrando, abbiano condizionato fortemente la mia visione ludica del gioco sessuale.

 

E se ancora oggi sono un instancabile erotomane, credo sia dovuto proprio a queste tre situazioni.

 

Nella mia vita ci sono stati matrimoni, impegno politico, problemi di lavoro, vacanze ecceteraeccetera. Ma sempre, dico sempre, il sesso ha accompagnato tutti i miei giorni.

 

Confesso: sono un sessuomane, incallito, convinto (non pentito)






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