13: MI SCOPO TUA FIGLIA SE TU SCOPI LA MIA (6 parte)

Francesco è passato a prenderci sotto casa, me e Claudia, per trascorrere la serata in un locale del litorale.   

Siamo tornati a Roma da una settimana e, approfittando di una sera in cui Cristina è impegnata in un turno di notte in ospedale, abbiamo deciso di rincontrarci tutti e quattro, per la prima volta da quando siamo rientrati dalla vacanza.  

Per evitare ogni tentazione, almeno nelle mie intenzioni, ho suggerito di vederci in un luogo affollato.   

L'intento dichiarato è quello di cercare di capire cosa possa aver lasciato in loro, nelle nostre figlie, l’esperienza condivisa in vacanza e per testare il nostro autocontrollo.    

Questo dell’autocontrollo, ritengo sia un test necessario. Non solo perché dobbiamo rientrare in quella che è la normalità della vita quotidiana ma anche perché Cristina non fa che rinnovare tutte le sere il suo invito a cena; vuole sentire anche da me e Claudia, come è andata la vacanza.  Forse è solo una mia sensazione, ma temo particolarmente questo incontro.   

Mi chiedo: possibile che non le basti il racconto di suo marito e sua figlia? Oppure ha subodorato qualcosa e vuole metterci a confronto per confutare le sue ipotesi?    

Siamo arrivati in una birreria, dove fanno musica dal vivo. L’ambiente è accogliente, penombra, buon profumo di pulito, aria condizionata…  

Un gruppo musicale, arroccato su una pedana addossata alla parete di fondo, suona classici pop rock; la sala è un ampio spazio con al centro dei ragazzi che stanno ballando e, tutto intorno alle altre pareti, grandi tavoli dietro i quali ci sono delle panche. Locale spartano ma confortevole.  

Appena entrati ci viene indicato un tavolo sul lato opposto alla pedana col gruppo musicale. Ci andiamo a sedere sulla panca, uno accanto all’altro: mia figlia, Francesco, Alba ed io.    

Alba…    

Il pensiero di trovarmi seduto accanto a quella creatura mi fa tirare subito l’uccello.    

E se penso che Francesco, seduto tra la mia Claudia e sua figlia, abbia le stesse sensazioni, la tensione dell’uccello aumenta, fino a sollevarmi lo scroto e a far uscire la cappella dall’elastico dello slip che indosso.    

Passano alcuni minuti. Parlare tra noi è difficile e non solo perché la musica sovrasta ogni altro suono.    

Nella confusione generale, dopo aver gridato alla cameriera le nostre ordinazioni, rispondo con un sorriso al sorriso che mi ha appena regalato Alba.    

Cazzo, se è bella! Le sue labbra sono la mia ossessione. Le labbra… e tutto il resto, ovviamente.    

Sbircio verso mia figlia, oltre Francesco, e mi accorgo solo ora che le due amichette sono vestite uguali: pantaloncino bianco corto, e una magliettina rossa che hanno accorciato loro con le forbici e che se uno si inchinasse un po’ potrebbe vedergli le tettine da sotto, completano quella che a me sembra una divisa da zoccolette, scarpette da ginnastica bianche e una fascia larga, bianca anch’essa fascia incornicia i loro capelli raccolti a coda di cavallo.  

Ho voglia di baciarle… entrambe  

Un flash mi stordisce: Claudia, mia figlia, inginocchiata davanti a Francesco mentre gli sta facendo un bocchino, ed io dietro di lei che con le mani le tengo la testa, imprimendo il ritmo ai suoi movimenti... 

Non devo farmi prendere da queste immagini, altrimenti addio autocontrollo. 

Provo a distrarmi, cercando di tenere il ritmo con le gambe. 

Mi chiedo cosa contenga questa birra mentre ho un altro flash: Sto inculando Alba, che è a quattro zampe, mentre mia figlia, con la testa sotto di noi, alterna colpi di lingua alla fica della sua amica e alle mie palle  

La verità è che se sono eccitato come un quindicenne... e non me la posso prendere con la birra ma solo con questa mia indole da erotomane.   

La musica ad alto volume e la penombra dominante concorrono a farmi ignorare ogni forma di prudenza: poggio una mano sulla coscia di Alba. Lei mi guarda e sorride nuovamente.   

Considero che nessuno dalla sala può vedere la mia azione: faccio risalire la mano all’incrocio delle cosce della bimba ma, arrivato alla fichetta, la trovo già in possesso della mano del padre. Penso: “Che porco! Per fortuna che sua figlia non era nelle sue mire!” 

Sovrappongo la mia mano a quella di Francesco e premo per aumentare la pressione sulla patatina.    

Francesco ridacchia. Sembra voglia dire: “Alla faccia dell’autocontrollo!”

Ma sì! Affanculo l’autocontrollo!    

Muovo la mia mano in senso rotatorio, in modo che quella di suo padre, sotto la mia pressione, provochi un massaggio più deciso alla passerina di Alba.   

La ragazza chiude una prima volta gli occhi e poi, guardando davanti a sé, immobile, li richiude emettendo un sospiro.  

Le piace! La troietta sta godendo. Essere carezzata da suo padre e da me contemporaneamente, la fa sussultare di piacere.  

Mi sporgo verso Claudia, al lato opposto della panca: anche lei ha gli occhi socchiusi. 

Provo a sbirciare cosa accade sotto il tavolo e vedo Francesco che, trovandosi in mezzo alle due ragazze, sta dedicando la stessa attenzione anche alla fichetta di Claudia. E lei, la mia bambina ha una mano sul cazzo del mio amico. Francesco pare voglia dirmi qualcosa… dal labiale intuisco: “ti piace come carezzo la fichetta di tua figlia, vero, porco? E ti piace come me lo sta carezzando? Vorresti vederla mentre me lo succhia?” 

Che situazione! Certo che vorrei vedere come le sparisce in bocca la tua cappella, stronzo!

Come vorrei che sparissero tutti i presenti per potermi dedicare, cazzo in mano, allo spettacolo di mia figlia in estasi per le attenzioni del mio amico. 

Francesco ha tolto la mano dalla fichetta di sua figlia; ora sono solo io ad averne il possesso. Cazzo, se è calda! 

Penso, mentre annuso gli umori di Alba catturati dalla mia mano, che il test sull’autocontrollo sia fallito fin troppo presto. Le persone meno lucide in questa situazione siamo proprio noi adulti, Francesco ed io. Si, perché Alba e Claudia, per riportarci alla realtà, si alzano e vanno a ballare in mezzo alla gente che affolla al centro della sala. 

Quei corpi esili, apparentemente fragili ed eleganti come fenicotteri hanno un effetto ipnotico su molti dei presenti  

Tutto il loro essere, concorre a provocare voglia e a far impennare il desiderio: i loro culetti piccoli e sporgenti, le tettine che sfidano il mondo, le spalle abbronzate carezzate dai lunghi capelli, le gambe lunghe affusolate, le ginocchia ben disegnate e quelle scarpe, che sembrano un po' grandi per quelle eleganti caviglie che vi si perdono dentro.

Maschi di ogni età seguono con lo sguardo quelle due ragazzine che si muovono al ritmo della musica.

Ancora una volta, quella strana sensazione: una fitta allo stomaco; incazzatura ed eccitazione. Come quando, assistendo ad una loro partita di pallavolo, invece di preoccuparmi di come procede la gara, vado a caccia di sguardi arrapati puntati sulle chiappette di mia figlia.   

Ma lì, in gara, c’è il gesto atletico…. Qui, invece… qui è diverso. È diverso perché la danza è già di per sé un potente amplificatore della sensualità. E quella che si sprigiona da quei due corpicini ha veramente qualcosa di ipnotico che suscita desiderio nei maschi e invidia nelle femmine.  

Alba, poi, ha un modo di accompagnarsi alle note che esalta la sua, seppur acerba, femminilità

Persino le labbra si muovono sensuali, come se animate dal ritmo.    

Alba è davvero la mia ossessione. Sarà per quelle linee del viso leggermente rotondette, in contrasto con il corpo esile e flessuoso. Lo so, è tipico di un’età così acerba, sollecitare simili pensieri nei maschi ma io so! So anche di cosa sia capace quella ragazzina. Lo so perché l’ho provato, ho visto ad esempio, inghiottire con quella boccuccia, contemporaneamente, la copiosa sborra contenuta nel mio scroto e in quello di suo padre.    

E mia figlia? Mia figlia non è da meno. Anzi, mi è sembrata persino ghiotta di sperma. Anche lei ha mandato giù, uno dopo l'altro, il contenuto dei nostri cazzi, deglutendo tutto, fino all’ultima goccia.  

Mia figlia, la mia bambina... assetata di sborra, affamata di cazzo. 

Mi chiedo se anche altri padri fanno simili pensieri sulle proprie figlie. Non lo so… so soltanto che ho voglia di farmi una sega qui, ora! 

Sono sicuro anche che tutti quelli che ora la stanno vedendo ballare, se le farebbero volentieri. 

Se poi sapessero che quelle due ragazzine hanno accolto contemporaneamente dentro i loro buchini i nostri grossi cazzi maturi, non esiterebbero un istante a fargli lo stesso servizio.

Sto ancora delirando quando Francesco mi si avvicina e mi grida nell’orecchio: “Sei ancora dell’idea di mantenere il controllo?”    

Gli rispondo con un’alzata di sopracciglia. E lui: “Ne ero certo… Che ne dici se dopo aver mangiato ce ne andiamo a casa tua?”    

Sento il cazzo gonfiarsi ancor di più, a quelle parole. E Francesco incalza: “Potremmo sperimentare un altro aspetto di questo gioco che non abbiamo ancora sondato” Con un gesto gli faccio intendere che non capisco cosa intende dire. “Non l’abbiamo mai fatto tutti e quattro insieme. Potrebbe essere piacevole, non credi?” e cosi dicendo mette la mano sinistra come per dire 0k e poi insinua prima l’indice e poi il medio della destra nel cerchio della sinistra e inizia a fare ‘dentro e fuori’.

Non ho il tempo di rispondere: il gruppo musicale si ferma per una pausa, arriva la cameriera che scarica sul tavolo il vassoio con le nostre ordinazioni. E, mentre ci raggiungono al tavolo Claudia e Alba, ammicco al mio amico.    

… 

Dopo aver mangiato e ascoltato un altro paio di brani, Francesco dice: “È ora di andare… che ne dite?”    

Con perfetto sincronismo ci alziamo tutti e ce ne andiamo… senza pagare.  

“Non è un buon esempio – dico al mio amico, una volta saliti in automobile - da dare alle nostre figlie, andar via senza pagare il conto”. E lui: “Perché fare sesso con loro, lo è?” L’abitacolo rimbomba in una risata atomica. 

È la prima volta che facciamo esplicito riferimento a quanto accaduto in vacanza.  

Chissà se Francesco ha avuto l’occasione di parlarne con Alba.  

Io con Claudia, no. Forse per paura di metterla in difficoltà o in imbarazzo. O forse sarei io quello ad essere più in imbarazzo…

Da quando siamo tornati la nostra vita s’è svolta come niente fosse accaduto e non volevo rompere questo equilibrio.

E le ragazze, ne avranno parlato tra loro?  

E se lo hanno fatto, avranno accennato all’idea di farlo di nuovo e magari tutti insieme? Eh, si. Perché fino ad ora abbiamo dedicato le nostre attenzioni solo con una alla volta.  

… 

Un paio di minuti ancora e saremo arrivati. 

Nel frattempo, s’è creata un’insolita tensione. Le ragazze, sedute dietro, non parlano e se lo fanno è solo a bassa voce tra di loro. Il silenzio impera fino a quando Alba se ne esce con una delle sue analisi, ciniche ma efficaci: “Cosa vorreste fare? Vedere se siamo capaci Claudia ed io… di ‘replicare’ insieme?”

IO: “In che senso?”

ALBA: “Avete… abbiamo fatto ‘quelle cose’ prima da soli con Claudia e poi da soli con me.  Volete vedere se tutti e quattro sia la stessa cosa?”

IO: “Beeeh, siiii… 'nsommaaa…”

FRANCESCO: “L’idea è proprio quella”

CLAUDIA: “È anche la tua idea, papà?”

IO: “Si, ma... Ma non è così semplice.”

ALBA: “Semplice, come dici tu, non lo è stato nemmeno in precedenza! Tu che ne pensi, Claudia?”

CLAUDIA: “Aspetta. Lasciamolo finire…”

IO: “Voglio dire… siamo approdati su un pianeta inesplorato. Ci siamo spinti in un gioco che non potremo portare avanti per sempre. E questa di stasera potrebbe essere l’ultima volta che… ecco…, come dice Alba… (Francesco molla per un attimo il volante suggerendomi, stringendo il pugno ripetutamente, di asciugare il discorso) L’incesto, ecco, l’ho detto! L’incesto è una cosa difficile da affrontare… da ogni punto di vista…”

FRANCESCO: “…e, quindi?”

IO: “E quindi, niente… tutto qui”

FRANCESCO: “Ah, beh! Adesso, si… ora è più chiaro!”

Ancora una risata generale, per fortuna, arriva a stemperare la tensione di tutti…

. . . . . . . .

Siamo arrivati. 

Apro il cancello. 

Mia figlia ed io viviamo in una villetta unifamiliare. 

Scendiamo dalla macchina e, una volta entrati in casa, le ragazze si vanno a chiudere in bagno “a darsi una rinfrescata” dicono fuggendo dal soggiorno.

FRANCESCO: “Capisco che tu ti senta in difficoltà ad affrontare questo argomento. Ma non è il caso di farla così drammatica”

IO: “Fino ad ora ce le siamo godute separatamente e adesso con entrambe… io non so…”

FRANCESCO: “Che intendi dire? Non sai come procedere?”

IO: “La verità è che sono tanto arrapato quanto spaventato… la mia, la loro vergogna… ho paura che…  che…” 

FRANCESCO: “Tutto sta ad iniziare. Ed anche loro mi sono sembrate ben disposte. Ci vuole un’idea, un’idea di partenza…”

IO: “Potremmo iniziare al buio”

FRANCESCO: “Ma dimmi una cosa… tu quando sei arrapato hai il cervello che ti si annebbia? Ma come vuoi che si possa sbloccare la situazione al buio?”

IO: “Il fatto è che così, mi sembra troppo scontato e meccanico. Manco andassimo a mignotte. Noi quattro, qui, che ci spogliamo e trombiamo come ricci. Nah… È troppo scontato…”

FRANCESCO: “Scontato? No, dico… il tuo migliore amico, sua figlia e tua figlia, che tutti insieme infrangono uno dei tabù più radicati della nostra società a te pare scontato? Oh! Ma ti sei rincoglionito?”

IO: “Te l’ho detto… mi vergogno”

FRANCESCO: “Tu? Va bene. Ho capito… facciamo così. Il buio assoluto, no, non è il caso. Ma la semioscurità, forse, può essere un’idea… ora che le ragazze sono in bagno, spegniamo tutte le luci accendiamo la tv, così resteremo in penombra. E, quando torneranno qui, le chiederemo che programma vogliono vedere così con la scusa della TV, sciogliamo la tensione e…”

IO: “Se torneranno…”

FRANCESCO: “Secondo te, di che cosa parlavano sottovoce in macchina? Ovvio che anche loro hanno voglia di…” 

IO: “Eccole! Arrivano! Ho sentito aprire la porta del bagno!” 

FRANCESCO: “Tu accendi la TV che io spengo la luce”

Le ragazze arrivano di corsa e si buttano sul divano ingaggiando con noi una lotta al solletico, cercando di ottenere un posto tra me e Francesco. 

Durante il festante combattimento le mie mani voraci sfiorano, palpano e assaporano le forme precoci di entrambe le ragazze. Dopo alcuni minuti di questa lotta giocosa, le bimbe si dichiarano vinte e si siedono a terra poggiando le spalle alla base del divano.  

La posizione non potrebbe essere più favorevole: Alba si è accomodata in mezzo alle mie gambe. Lo stesso ha fatto mia figlia, ponendosi in mezzo alle gambe di Francesco, che coglie l’occasione e poggia una mano sulla sua spalla, carezzandola delicatamente.

Sulla TV scorrono immagini che nessuno di noi sta davvero guardando.

Io ho occhi solo per Alba, per i suoi bei capelli; vi passo le dita in mezzo, le carezzo la nuca fin quando tira indietro la testa, poggiandola sul mio cazzo.  

Francesco ha fatto scendere una mano su una tettina di mia figlia.  

Che spettacolo, quando lui insinua la mano sotto la maglietta e anche lei tira indietro la testa chiudendo gli occhi! 

Penso che le due fanciulline lo abbiano fatto intenzionalmente a sedersi invertendo i genitori.

Francesco mi guarda, cercando la mia complicità. E come potrei negargliela, al punto in cui siamo? 

‘Mi scopo tua figlia se tu ti scopi la mia’. 

Questo era il nostro patto iniziale e fedeli a quel patto ci stiamo deliziando, io al profumo dei feromoni di sua figlia e lui carezzando entrambe le tettine della mia.

Le nostre giovani amanti incestuose sono già in estasi.

Ripenso al gesto esplicito di Francesco, quando eravamo ancora al pub. Non so se ho ben capito cosa intendesse facendo dentro e fuori con due dita dentro lo stesso foro. E qualunque cosa abbia in mente, chissà se sta pensando di metterlo in pratica con Claudia o con Alba. O con tutte e due…? 

Le immagini scorrono… Non c'è bisogno di dire nulla per capire che siamo tutti sintonizzati sullo stesso canale ma no, non quello della TV: quello del piacere.

Sotto l’azione delle nostre carezze le nostre maliziose quindicenni si lasciano andare. Che mignottelle! … mi fa uno strano effetto pensare a loro con questo termine. Eppure, ora, non saprei come definirle diversamente.

Mi sto perdendo, come sempre, in mille pensieri e, come sempre, è Francesco quello più intraprendente e concreto: si tira giù la zip e si prende in mano il cazzone ancora barzotto e lo passa tra i capelli di mia figlia. Poi le carezza l'orecchio con la cappella e mia figlia pare che gradisca quell’insolito contatto.

Le luci sono spente e, alla sola luce della TV, contemplo quello spettacolo incredibile: mia figlia e il mio migliore amico. Mi sembra ieri quando lui la lanciava in aria, piccolina, per riprenderla al volo facendola gridare di gioia per il divertimento. 

Alba raggiunge la mia mano che non ha smesso di carezzarle la nuca. 

La invito a voltarsi verso di me, con tutto il corpo. 

Ora che è in ginocchio porto la sua mano sul mio pacco mentre tiro giù lentamente la lampo dei miei pantaloni. Lei non si fa pregare e infila una mano dentro e mi massaggia l'asta attraverso gli slip. 

Questo suo modo di agire potrebbe sembrare quello di una puttana esperta, appunto, ma poi mi dico che forse è solo istinto e curiosità, misto alla voglia di misurare quanto sia efficacie la sua azione seduttiva su un uomo adulto. 

Senza alzarsi dal divano, Francesco si lascia scorrere verso di me restando seduto. 

Mia figlia si alza e inizia a spogliarsi lentamente guardando Francesco negli occhi. 

Capisco il motivo per cui lui si è avvicinato nel momento in cui fa un gesto a sua figlia, invitandola a prenderglielo in mano. 

Ora Alba sta maneggiando due cazzi mentre mia figlia, con gesti acerbi ma sicuri, lentamente conclude quell’improvvisato strip-tease scoprendo quel poco di pelle rimasta coperta; spalle e tettine ora sono oggetto della nostra ammirazione. Manco fosse merito nostro di avere due figlie così belle…

Alba alterna, facendoli sparire tra le labbra, il mio cazzo e quello di suo padre.

Claudia, che ora è rimasta con indosso solo la sua mutandina, si china accanto alla sua amica e si avvicenda a lei in quel delicato doppio pompino.

Ora è Alba a spogliarsi, il suo corpo ha davvero delle linee perfette. 

La sua bellezza… il solo vederla mi fa girare la testa…  

Quale privilegio godere di questo spettacolo!

Francesco si alza, spegne la TV e si stende sul tappeto davanti al divano e prima che il buio domini completamente la stanza, anch’io faccio altrettanto.

È come se con un segnale convenuto avesse dato inizio a questo torbido gioco. 

Un groviglio di corpi. 

Carezze, respiri, baci lascivi, gemiti. 

Quella che prima era stata una lotta gioiosa per la conquista del divano, ora è un ansimante rincorrersi di mani, bocche, lingue… 

Mi trovo il cazzo di Francesco in mano, lui il mio.

Ce li avviciniamo in una posizione a forbice.

Una bocca ce li sta leccando contemporaneamente.

Luce accesa e, sorpresa è Claudia che ce lo sta succhiando. Alba dopo aver acceso la luce si avvicina a Claudia per reclamare anche lei il piacere di ciucciare i nostri membri.

È proprio Alba, a tentare di infilarli contemporaneamente nella sua bocca mentre mia figlia, che con entrambe le manine, li tiene uniti per facilitarle quel compito. 

Che bocca! Si apre fino ad accogliere interamente i nostri glandi al suo interno. 

Fermi, nella sua bocca. 

Fermi per pochi istanti. 

Pochi ma intensi. 

Sto per sborrare…

CLAUDIA: “Anch’io… Anch’io li voglio …”

FRANCESCO: “E li avrai…” 

Francesco mi fa stendere e induce Claudia a mettersi a smorzacandela su di me. Alba nel frattempo ha afferrato il mio pene e lo tiene in posizione mentre mia figlia vi si cala sopra lentamente. 

Claudia rivolta verso di me si sta impalando sul mio cazzo, il cazzo di suo padre. 

La mia cappella urta prima la cervice della piccola vagina e poi si fa strada fino alla bocca dell’utero. 

Lei smette di mordersi il labbro inferiore soltanto quando la mia asta è arrivata fino in fondo. Poi si ferma e sgrana gli occhi, socchiude la bocca e poggiando le sue mani sul mio petto, sussurra: “Papà… com’è grosso!”

Alba le è di fronte; sono faccia a faccia. 

Le due ragazzine si baciano, dolcemente, appassionatamente…

Si baciano? Cazzo! Ma quante volte lo avranno già fatto queste due troiette?! Quante volte si saranno baciate così? Non hanno compiuto sedici anni e già così troie? Stento a crederci. 

Intanto Francesco, dietro mia figlia, si è inginocchiato e sta puntando la sua cappella … no… non al buchetto rosa ma alla fica. Vuole infilare anche lui il suo cazzo in quella fichetta che già fa fatica a contenere il mio.

Ecco cosa intendeva con quel gesto lì al pub! Due cazzi nello stesso buco! 

E io che pensavo che volesse fare… si, insomma… vabbè, lasciamo perdere… mi distraggo sempre. E ora invece bisogna essere bene attenti e concentrati. 

Mi fermo per consentire a Francesco di muoversi con cautela.

CLAUDIA: “No, ti prego, è troppo grosso. Non entrerà mai…”

ALBA: “Ma come, non eri tu quella che voleva dare il culo a mio padre? E ora che te lo sta facendo non lo vuoi più? Ma non mi avevi detto che già…”

CLAUDIA: “Non è li che lo sta mettendo” e continua, rispondendo allo sguardo interrogativo di Alba “Vuole entrare davanti, dove c’è già mio padreeeeeaaaaaaahIOii”

FRANCESCO: “Ferma. Non ti muovere. Faccio piano. Vedrai che finisco presto”

Sento il cazzo del mio amico, affiancato al mio, dilatare la vagina della mia creatura. Sono paralizzato dal piacere. Ho smesso di respirare. Sto per avere un orgasmo senza muovermi.

CLAUDIA: “ Fa… ma… le… È… tr…o…pp…o… grosssssssooooo”

FRANCESCO: “Vuoi che esca?”

CLAUDIA: “Si esci… no aspetta. Fermati… Nooo. Che… sei mat..to… è trop…po bello”

Alba sgrana gli occhi e va dietro suo padre, abbassandosi per sbirciare: “Hai davvero due cazzi lì!?” Protende la mano fino ad arrivare a toccare, carezzare, palpare tutto quel che le è possibile dei nostri tre sessi. ”E come sono grossi. No! Non credo ai miei occhi. Che bello... Deve essere meraviglioso”

Claudia, che ha iniziato a rilassarsi e ad accogliere con più facilità la nostra carne, con il viso stravolto dal piacere, risponde alla sua amica: “Lo è, credimi!”

Francesco ha intuito che può conquistare altro spazio dentro di lei e inizia a muoversi lentamente, spingendo gradatamente sempre più in fondo. 

Da come ansima, immagino che non durerà molto. 

E nemmeno io…

Cingo con le braccia la mia bambina per tenerla ferma. 

Il mio amico, paonazzo per il piacere, inizia a stantuffare con un po’ più di vigore. 

Sto per dirgli di fare piano, che quella è la mia bambina e che così la sfonderà se non farà attenzione ma non faccio in tempo: Alba è venuta a mettere la sua passerina sul mio viso, tappandomi la bocca e offrendomi la possibilità di fare la mia più gustosa leccata di fica.

Ha un sapore dolce e gentile, che sa di fresco ma di lussurioso. Potrei pregiarmi del titolo di sommelier della passera, per quante ne ho assaggiate ma mai, mai mai assaporato nulla di simile in tutta la mia vita. 

È un continuo colare di umori, il suo.

Ogni volta che le lambisco le intimità con la lingua, emette un gemito, stridulo e intenso. 

Ora ho liberato mia figlia dal mio abbraccio e ho afferrato Alba per le chiappette e gliele allargo. 

Voglio aprirla il più possibile per gustarmi ogni millimetro della sua passera. 

È sublime lavorare di cesello con la lingua dentro quella deliziosa, acerba, saporita fichetta.

Se penso a quante seghe le ho dedicato, spiandola di nascosto o a quante volte mi sono venuto in mano, in pubblico, come quella volta del saggio di danza. Non vedevo che lei sul palco. Si muoveva con una insolita e inaspettata sensualità per ragazzine di quella età. Per questo mi sono carezzato il frenulo, con l’indice, attraverso la stoffa della tasca del jeans e mi sono lasciato andare ad una sborrata memorabile pensando alle sue mutandine che le carezzavano la fichettina. Se penso a quante seghe le ho dedicato, dicevo, e se penso che ora quella fichettina me la sto godendo davvero, rischio di farmi venire un infarto.

Mia figlia intanto si è sollevata quanto basta per afferrare Francesco per la nuca e avvicinare i loro visi; le loro lingue è come se si sfidassero a duello. 

Quando sputo rumorosamente sulla fichetta di Alba e incollo tutta la lingua sulle sue grandi labbra, questa afferra le tette di Claudia ed io… sborro. 

Si, sborro. 

Non potevo resistere a tanta roba! 

E che cazzo! Non potevo più resistere. Non potevo proprio…

Inizio a schizzare dentro il pancino di mia figlia. Dopo il secondo schizzo sento fremere il cazzo di Francesco che dopo un paio di sussulti inizia ad aggiungere il suo caldo sperma al mio. 

Ho come una visione: come se ci fosse una microcamera, vedo l’interno della vagina della mia bimba, i due cazzi che sussultano, fremono, e scaricano potenti schizzi di caldo liquido seminale. 

Claudia scolla le sue labbra da quelle di Francesco: “Oh, Cazzo! Se è bello. Ohhhhhooooo” mi si butta addosso e comincia a scuotersi in preda all’orgasmo, proprio mentre Alba mi afferra le tempie e sussurra: “Non fermarti… Sto godendo… come sei bravo, zio”

Zio? Solitamente è Claudia che chiama così Francesco. Non mi ha mai chiamato così. Zio? Perché ora?

Ma che domande mi faccio? ‘Sti cazzi, se non mi ha mai chiamato così. 

Sento la ceppa di Francesco sgonfiarsi e scivolare lentamente fuori, mentre dalla pisellina di Claudia comincia a colare sul mio scroto un fiume di sperma che, passando nel solco delle mie natiche, arriva fino a terra. La sua piccola vagina non poteva certo contenerne una simile quantità. L’abbiamo riempita tutta, Francesco ed io.

Alba dopo un po’ che ha smesso di sussultare, sfinita, va a stendersi sul divano. Francesco la raggiunge e si stende accanto a lei, abbracciandola.

Eccoci lì, Io e il mio amico, ognuno con la propria figlia tra le braccia, esausti, appagati e sorridenti... 

Le ragazze invece, forse a causa del piacere intenso, sembrano in uno stato catatonico. 

Il silenzio che domina la stanza, non è un silenzio pesante. Non c’è aria di imbarazzo. Solo appagamento.

Ora anche mia figlia si va a stendere sul divano, supina, con la testa sul bracciolo e le gambe che vanno ad accavallarsi e sovrapporsi ai corpi di Alba e Francesco. 

Io mi siedo sul bracciolo, accanto alla testa di mia figlia e contemplo quel quadretto. 

Alba accoccolata tra le braccia di suo padre e mia figlia, che con una mano cerca di contenere lo sgorgare di sperma che continua a fiottare dalla sua vulva.

IO: “Non preoccuparti per il divano…”

CLAUDIA: “No, no… mi spiace se si macchia. Sto ancora un minuto e poi vado a farmi una doccia” 

Aspetto che Claudia non si alzi per andare in bagno e intanto continuo a godermi un altro po’ l’incanto di tutta quella bellezza. 

Seduto, immobile, con un sorriso da ebete stampato sul viso, ripenso a quel patto folle: mi scopo tua figlia se tu ti scopi la mia… 

Non so come definire tutto quel che è accaduto da quella sera. 

Il mio raziocinio mi porterebbe a classificare, a dare un nome a questa anormale ricerca del piacere… ma, davvero, credo che non ci sia molta letteratura su questo argomento che possa aiutarmi a trovare una giusta definizione. 

Una follia, unica, rara. Eppure, non mi sento ancora del tutto appagato.

Non voglio che la serata si concluda senza che io possa ancora godere di Alba. 

Non voglio perdere questa occasione che potrebbe essere l’ultima. 

Ho ferma, nella memoria, la sensazione delle mucose della sua fichetta che mi stringevano il cazzo, quando quella sera sulla nave io e suo padre l’abbiamo posseduta.

Mi alzo e mi avvicino a lei che, in posizione fetale, è ancora tra le braccia di Francesco. 

Lei ha gli occhi chiusi ma Francesco, no: mi osserva mentre mi avvicino alla loro testa e in un attimo capisce cosa ho in mente di fare e annuisce sorridendo.

Anzi, fa di più: porta l’indice della mano all’angolo della bocca della figlia, inizia a carezzarle le labbra e intanto la induce a socchiuderle. 

Ora… Ora la bocca della ragazza è semiaperta e posso insinuare il mio cazzo nella sua bocca. 

Ora!

Ancora impregnato del mio sperma, di quello di suo padre e degli umori della fica di mia figlia… Ora che il mio pene è in posizione di riposo. 

Ora!

Fatto…

Ora è tutto dentro la sua bocca. 

È meraviglioso vedermi il pene sparire tutto in quella bocca. La bocca di quella ragazzina che ho sognato e sogno ogni giorno.

Quel che provo, purtroppo, dura poco. E proprio perchè è quella piacevole sensazione me lo fa crescere in pochi secondi. 

Avrei voluto che quel gioco, si, quello del mio pene a riposo ciucciato dalla fanciullina, durasse di più. E invece… eccolo lì, di nuovo tosto e grosso.

Francesco che è ancora abbracciato a lei, le carezza la guancia alcuni secondi. Alba continua a ciucciarmelo: “Come sei bella, bambolina mia. Meriti un premio” le dice prima di andarsi a mettere con la testa tra le cosce di sua figlia. 

Alba, per facilitare l’azione di suo padre, si mette supina sul divano, con la testa penzoloni oltre il bracciolo del divano. 

Questa posizione mi consente di sorreggerle la testa per la nuca e, tenendola immobile, affondarle il cazzo in gola.

Sto per urlare di piacere.

Quanto mi fa godere questa creatura!?!?! 

E come lo prende bene! 

Non ha certo l’arte di una femmina navigata ed esperta ma, seppure in embrione, ha tutta l’arte di chi il cazzo lo desidera. 

E lei mi trasmette il suo desiderio. Mi fa sentire quanto adori prenderlo in bocca, la troietta.

Claudia, rientra dopo esserci fatta la doccia. 

Si ferma per un attimo a guardare quel quadretto: la sua amica con il mio cazzo in gola e suo padre che le sta leccando la passerina.

“Ah, sì? Mica potete andare avanti senza di me, eh!”

Si avvicina a Francesco e mette carponi impossessandosi del suo cazzo in tiro.

Lo carezza, lo stringe, lo osserva, lo annusa prima di dire: “Che bel cazzo che hai”

E mentre lo dice trasmette tutto ciò che sta provando. 

È come se, nel pronunciare la parola “cazzo”, quel cazzo le stesse riempiendo la bocca.

Non voglio venire subito. 

Devo cambiare posizione. 

La voglio. 

Voglio Alba.

Voglio sentire la sua piccola vulva aprirsi sotto la spinta del mio cazzo, voglio sentirmi la verga fasciata dalle umide membrane della sua vagina.

Claudia, inginocchiata davanti al divano, poggia le labbra sulla punta del pene del mio amico per stampare un piccolo bacio sul piccolo foro della cappella scoperta. Lo osserva ancora, col capo reclinato da una parte, mentre adagio fa su e giù con la mano.

Francesco smette di suggere umori dalla fichetta della figlia e si siede per gustarsi meglio lo spettacolo di Claudia alle prese col suo cazzo enorme. 

Chiedo ad Alba di stendersi sul tappeto. La faccio mettere su un fianco, mi porto dietro di lei, afferro il mio cazzo e quando sono a tiro, glielo strofino sulla vulva prima di puntarlo all’ingresso di quel paradiso che è la sua fichetta. 

Siamo entrambe su un fianco. Le faccio alzare una gamba, così posso carezzarle la passera mentre piano comincio a spingerglielo dentro. Da qui, abbiamo un’ottima visuale di quel che accade sul divano.

Mia figlia? Quella è mia figlia?

Che splendida troietta!

A Claudia piace davvero tanto il cazzo. È indiscutibile. Lo adora. Lo adora mentre lo carezza, lo adora mentre lo lecca e lo adora mentre se lo ingoia fin dove può... 

Anche Francesco lo avverte. Per questo accusa l’arrivo di un imminente orgasmo e decide anche lui che è ora di cambiare posizione.

Fa mettere Claudia a quattro zampe rivolta verso di noi. 

Mia figlia, ad un cenno di Alba, si china verso di lei. 

Si baciano delicatamente, le due amichette. 

Lei, Claudia, ha baciato il cazzo del papà della sua amica e ora bacia anche lei

Pare che quel patto, non il nostro ma quello fatto dalle ragazze, sia ancora più forte.

Vedo Francesco, che da un po’ stava facendo a mia figlia lo stesso trattamento di lingua fatto prima ad Alba, sollevarsi in ginocchio, cazzo in mano, far piegare in avanti Claudia. Mi guarda e fa l’occhiolino. Penso: “Che fai, mi strizzi l’occhio? Ti stai per fottere mia figlia e mi fai l’occhietto? Cerchi il mio assenso per sfondarle di nuovo la fica? Non t’è bastato avergliela slargata poco fa?”

Dall’espressione che fa mia figlia, non mi pare che gli sia bastato… 

Il porco, prima, con la saliva, le aveva lubrificato a lungo il piccolo orifizio anale e adesso, dopo aver raccolto un bel po’ di sputo sulla mano, lo deposita sul glande e punta deciso a quel piccolo buchetto.
Ecco cosa mi ha raccontato l’espressione di mia figlia… le sta per fare il culo.
Per la seconda volta.

Non posso resistere oltre a tutto questo.
Devo distrarmi.

E mentre mia figlia trattiene il respiro percependo chiaramente ogni millimetro di avanzamento della verga di Francesco, che spinge decisa e inesorabile nel suo intestino, io affondo tutto il mio pisello dentro la piccola Alba. La impalo e la porto a stendersi sopra la mia pancia, le allargo le grandi labbra offrendo a suo padre e a mia figlia lo spettacolo della sua fighetta riempita dal mio cazzo.

Mia figlia geme e scuote la testa, strabuzzando gli occhi. Francesco non ha ancora portato fino in fondo la sua penetrazione. il suo scroto ancora non è a contatto con le chiappette ....

“Dai papà” dice Alba “Daglielo tutto, riempila. Ha sempre detto che lo desiderava tanto. Lo so che lo vuole tutto, fino in fondo…”

Non so più come contenere l’orgasmo. So soltanto che sto per esplodere. E Alba incalza, rendendo ancora più difficile il mio tentativo di contenermi: “Vedi? guarda, come tuo papà mi riempie. È bellissimo. Ha un cazzo così largo che…” La sbatto con foga, ora. Senza trattenere la forza che mi deriva dalla voglia accumulata in tutti questi anni “Oh, si. Spingilo ancora di più. Che bello…”

Francesco, anche lui, sta montando mia figlia, senza trattenere le forza delle bordate che le assesta. 

E ancora una volta sono io che per primo non resisto e... sborro. Si! Sborro, ancora e ancora... Vengoooo... 

Ad ogni sussulto sbuffo sonoramente, ad ogni sbuffo segue un affondo e ogni affondo anticipa un getto potente di sperma. Tanto. Sei, otto, forse dieci getti. Sperma... pare che non si esaurisca... è troppo per essere contenuto in quella piccola vagina, già piena di cazzo. E infatti, dopo un po', il mio seme inizia a colarle dalla vulva. 

Mia figlia si china verso la passera di Alba e, mentre Francesco le stantuffa nell’intestino il suo seme, lecca la fichetta alla sua amica che al contatto dalla lingua esplode in un violento orgasmo.

Francesco non vuole tirar fuori il suo cazzo da quell’orifizio.

Nonostante abbia appena goduto, continua a far scorrere il suo stantuffo dentro e fuori le viscere di mia figlia: “È ancora grande e riesco a fermarmi, piccolina. È da sempre che sogno di farlo e non riesco a uscire. È meraviglioso quel che mi hai donato ma, ti prego, ti prego, ti prego…  fammi stare un altro po’. Ti va?”

Claudia: “Ce l’hai grande ed è ancora duro. Mi piace ma mi fa male... molto male ora.” 

Francesco: “E se ti carezzo un po’ riesci a sopportarlo un altro minuto? Un minuto, non di più. Perché sto per venire di nuovo…”

Non fa in tempo a finire la frase che Alba, ancora scossa dal suo orgasmo, va a mettersi con la testa sotto il sesso di mia figlia: “Lo faccio io… Con la lingua” 

È evidente che non sono nuove a questa pratica, le due ragazzine.

Ancora un minuto… Claudia comincia a fremere per l’orgasmo che la sta per aggredire, mentre Francesco le scarica ancora una volta tutto il suo piacere nello sfintere. Le inonda le budella di liquido bollente che per il piacere di riceverlo, fa venire la pelle d'oca alla mia bambina

Il mio cazzo ancora sussulta per questa che per molti è una torbida porcata. 

Sono d’accordo è una cosa che non si fa. E mi dico anche che siamo stati dei pazzi e che questa deve essere l’ultima volta che accade una cosa del genere. 

Ecco, si! Io vorrei convincermi di questo. 

Ma penso anche che Alba e Claudia sono ragazze come tutte le altre. E come le altre hanno le loro fantasie sugli adulti e in particolare sui propri papà.

Ne più ne meno delle altre adolescenti
Con l’unica variante che loro due hanno una dote innata, una componente ereditata dai propri genitori. 

Si, credo che sia una questione genetica, quella di vivere il sesso con vero piacere e senza tabu.

E mi dico infine che forse non ci troveremo più a fare simili porcate ma per ora… voglio sognare…

1 commento:

  1. Li facciamo... li facciamo anche noi pensieri simili. e chi dice di no, mente o non lo vuole ammettere a se stesso

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